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Passione Fantacalcio: "Amici da 28 anni grazie a questo gioco. L’inizio? A San Miniato"

Si sono conosciuti nella residenza universitaria quando studiavano. Da allora hanno continuato con un divertimento che è collante sociale. Murgia: "Sabato scorso l’asta e poi le premiazioni con le coppe".

Si sono conosciuti nella residenza universitaria quando studiavano. Da allora hanno continuato con un divertimento che è collante sociale. Murgia: "Sabato scorso l’asta e poi le premiazioni con le coppe".

Si sono conosciuti nella residenza universitaria quando studiavano. Da allora hanno continuato con un divertimento che è collante sociale. Murgia: "Sabato scorso l’asta e poi le premiazioni con le coppe".

di Laura Valdesi

SIENA

Potenza del calcio. "Saremmo rimasti amici lo stesso ma, forse, senza più rivederci. E invece anche sabato ci siamo ritrovati a Siena per la premiazione", racconta Carlo Murgia. Presidente del ’Fantaminiato’, arrivato appositamente dalla Sardegna. C’è chi ora vive nel Nord Italia, altri a Siena e in provincia. Amici dal lontano campionato ’97-’98 quando iniziò tutto. "Da ben 28 anni non abbiamo mai smesso – spiega Murgia – giochiamo al Fantacalcio. Un collante incredibile, una passione esagerata. Una sana malattia che ci ha unito".

Ben 28 anni...

"Sì, perché all’epoca tutti frequentavamo la residenza universitaria di San Miniato a Siena. Ci siamo conosciuti lì, è iniziato nella sala studio. C’era chi faceva scienze bancarie come me, altri giurisprudenza. Con noi anche l’allora portiere della struttura, Marco. Sei in tutto. A volte siamo stati anche 18, adesso dieci fedelissimi molti dei quali lavorano in banca, uno in tribunale, uno è funzionario pubblico e tre in aziende".

L’età dei partecipanti?

"Si va dai 45 ai 50. Marco, che si occupa anche dell’acquisto delle coppe, è un po’ più grandicello".

Tifosissimi, immagino.

"Ovvio. Soprattutto juventini ma anche interisti sfegatati, un laziale, uno del Cagliari.. Una passione che ti prende e non ti lascia più, quella per il Fantacalcio. Che, bada bene, contribuisce anche ad ammorbidire il tifo, le posizioni estremiste. Perché ciascun partecipante, come noto, sceglie la propria formazione pizzicando giocatori dalle varie squadre".

Un amore che si tramanda di generazione in generazione, giusto?

"Proprio così. Noi siamo cresciuti, mettendo su famiglia. E i figli di alcuni componenti del ’Fantaminiato’ sono stati coinvolti dai padri".

Una passione che è diventata anche un bel collante sociale. Come funziona?

"Ci riuniamo trascorrendo una serata insieme per fare l’asta. Servono almeno cinque ore affinché ciascuno di noi si assicuri i giocatori grazie ad offerte, virtuali ovviamente. Non circola denaro. Mettiamo solo 40 euro a testa per premiare i primi 5 e comprare le coppe. Così è stato anche sabato scorso, poi siamo andati tutti a cena da Bagoga. Quando parlavo di socialità e di legami intendevo anche questo".

Chi vince?

"Si svolgono le sfide, come succede nella serie A, fra le squadre. Alla fine sommiamo i voti ai giocatori dati dalla Gazzetta dello sport, aggiungendo bonus e malus per stilare la classifica".

Chi è stato finora il più bravo?

"Martin vanta quattro successi, Io, Marco e Luca tre, come pure Gerardo. C’è comunque un albo d’oro dal campionato ’97-’98".

Tutto questo impegno per una coppa.

"Esatto. Che il più delle volte mogli e compagne non vogliono neppure esporre in casa e finisce nel sottoscala. In famiglia come la prendono? Sopportano, ogni tanto la mia compagna esclama ’ancora questo gioco!’".

Quale è l’obiettivo del gruppo di ex studenti universitari uniti dal Fantacalcio?

"Finché abbiamo capacità cognitive andremo avanti di sicuro. L’altro obiettivo è di continuare a restare amici, cosa per nulla scontata nella società odierna".