
Scarpe rosse, il simbolo della lotta alla. violenza sulle donne
di Laura Valdesi
SIENA
Non basteranno le scuse dell’ex per dimenticare. Neppure il risarcimento disposto ieri dal giudice dell’udienza preliminare Andrea Grandinetti, 10mila euro. Né servirà la condanna dell’uomo, 52 anni, per lungo tempo residente in Valdichiana, a lenire le ferite psicologiche e della dignità provocate alla moglie, da cui ora è consensualmente separato. Violenza sessuale e maltrattamenti, le accuse che hanno portato il pm Serena Menicucci a chiedere una condanna a 8 anni con rito abbreviato.
L’avvocato Luca Perinti che assiste il 52enne ha cercato di smussare gli angoli, evidenziando tra l’altro che l’imputato sta seguendo, ormai da otto mesi, un percorso per uomini maltrattanti. La ex non era presente in tribunale ma a darle voce è stato il suo legale Francesca Massi. Ha preso a cuore la storia di questa donna che, per anni e anni, ha subito e sopportato. Soffrendo. Il gup Grandinetti, dopo una breve camera di consiglio, ha ritenuto giusta la pena di 5 anni e 8 mesi per il calvario emerso dagli atti dell’inchiesta.
Non le ha messo le mani addosso, il 52enne che adesso vive in un’altra provincia. Niente botte nel corso del lungo rapporto matrimoniale. Però aveva limitato la sua libertà, costringendola a sottomersi ai suoi voleri. E a soddisfare, quando e nei modi in cui lui voleva, i suoi appetiti sessuali. Non importava se a lei non andava bene. Se non voleva proprio. In una circostanza l’avrebbe fatta bere per ’sciogliere’ le resistenze. Il concetto che aveva cercato di inculcare nella mente della donna, straniera di un paese comunitario, era che essendo sua moglie doveva dire di ’sì’ quando lui chiedeva. Anche di assistere a film a luci rosse magari propedeutici al rapporto.
Un incubo, vivere così. Eppure lei aveva stretto i denti. Anche quando era morto il padre della moglie ma lui non le aveva consentito di partecipare all’ultimo addio al genitore. Non la compagna di vita ma una sottoposta. Non una persona sullo stesso piano con cui fare un cammino insieme. All’inizio non voleva assolutamente che lavorasse, ha ricostruito la procura. E quando invece lei era uscita dal guscio di casa era scattata la molla della gelosia. Esagerata. Ossessiva. Pretendeva di controllare i suoi spostamenti e non poteva parlare con i colleghi. Se solo avesse rivolto gli occhi verso un altro prometteva ritorsioni pesanti, anche per l’eventuale nuovo compagno. Anche sotto il profilo economico si era approfittato di lei arrivando a farsi cedere il quinto dello stipendio.
C’era poi stato un episodio inquietante. Aveva trovato la sua macchina completamente ’squartata’. Rovinata. Si era spaventata moltissimo, decidendo di rivolgersi ai carabinieri denunciando quello che aveva passato negli ultimi anni. Per la cronaca, comunque, il danneggiamento della vettura non è stato contestato all’ex marito perché non sono state trovate prove che fosse appunto l’autore.