Laura Valdesi
Cronaca

Palio, la festa dell’Oca fila come un treno

Il corteo della vittoria sfila a Siena dopo il trionfo di Diodoro e Tittia il 3 luglio

Siena, 12 luglio 2025 – L’Oca s’impadronisce di Banchi di sopra e si riversa nel Campo che l’ha vista trionfare il 3 luglio. Ancora una volta. Di nuovo con Tittia in groppa a Diodoro. Il cavallo ocaiolo (è di Marco Tansini) che, seppure al debutto, ha volato come un veterano. Ispirando molte delle 35 ’storie’ del corteo della vittoria, gigantesco, che gli ha reso omaggio in mille modi. Ad aprire il fiume di ocaioli i più piccoli. Gli anatroccoli, i «fanciulli di Diodoro» appunto. Alcuni in carrozzina. Non deve essere stato facile per Anna Maria Beligni, pro vicario alle pubbliche relazioni (e mamma del mangino vittorioso Alberto Monaci), e per Michele Lenzini, pro-vicario all’organizzazione, mettere insieme il puzzle di scene, macchine, mezzi e persino un trenino utilizzati dagli ocaioli per raccontare la loro 68esima vittoria.

oca
Il corteo dell'Oca

Numero che ha ispirato parte delle storie dove si raccontano i cambiamenti epocali di quel periodo di protesta giovanile e studentesca, seguito dagli anni di piombo. Che è anche il nome, Piombo appunto, con cui in Fontebranda chiamano Stefano Staderini che è andato a prendere il cavallo portando Diodoro nell’Oca. Solo mille? No, sicuramente molti di più i contradaioli di tutte le età che hanno voluto esserci. Una miriade i giovanissimi. Il metallo giallo, più prezioso, è presente ovunque. Ci sono i ’cercatori d’oro’, ma anche anche lo Zecchino Diodoro.

E’ arrivato appositamente da Trento un trenino turistico con due vagoni dove hanno trovato posto 44 ocaioli che viaggiavano sul ’Freccia Diodoro’. Sempre lui ha fatto scatenare la fantasia. Ma non potevano mancare le stelle, una costante nei cortei dell’Oca che quanto a successi è generosa con il suo popolo. Ed un sottile filo conduttore unisce il Palio di Giove, era il 2 luglio 1999, con quello di Diodoro. Il nome del barbero di Tansini, infatti, vuol dire dono di Zeus. Che è il re degli dei nell’Olimpo. Conosciuto nella mitologia romana proprio come Giove. E sulla testa dei componenti della Sedia, che seguono il Drappellone di Riccardo Manganelli, una corona stile antichi greci però dorata. Come la favola che Tittia, il capitano Duccio Cottini e i suoi mangini hanno scritto il 3 luglio per Fontebranda. Per la cronaca, sorpresa: loro sfilavano...