Il 6 giugno alle 18.30 Chianciano Terme intitola il Palazzetto dello Sport a Beppe Biancolini, pioniere dello sport per tutti; un impianto nato da un sogno, costruito con determinazione, difeso con passione. Ma dietro alla costruzione dell’impianto, grazie oggi alla figlia Sofia, si scopre il carteggio con Giulio Andreotti, allora Presidente del Consiglio, che fu convinto dal comunista Biancolini a stringere questo inedito “compromesso storico sportivo”; più forte dei partiti, più duraturo delle polemiche. Un esempio raro di come lo sport possa agire da ponte tra le differenze. Non tutti a Chianciano volevano il palazzetto, ma le missive fra Beppe Biancolini e Giulio Andreotti e l’idea di far scrivere la prima lettera direttamente a firma dei figli David e Sofia; vincitori appunto della coppa “Andreotti” di pattinaggio , ci raccontano di una storia straordinaria.
Alla fine degli anni ’70, mentre il Paese era attraversato da attentati, strategia della tensione e sospetti reciproci, Biancolini – comunista dichiarato – decise di scrivere direttamente al Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, democristiano, figura-simbolo dello Stato. Lo fece con il tono semplice di un padre e l’urgenza di un educatore: non si poteva lasciare incompiuto il Centro Polisportivo di Chianciano, bloccato da logiche di partito, sospetti incrociati e veti ideologici. Giulio Andreotti rispose. Non con una formula di cortesia, ma con un atto politico concreto. Il 28 maggio 1977, scrisse:“Ritenendo il problema meritevole di attenzione, ho interessato il Prefetto di Siena per gli opportuni interventi in sede locale.”Non fu solo un gesto di stile. Quel carteggio innescò una mobilitazione amministrativa che portò alla ripresa ed alla conclusione dei lavori. Forte il suo impegno a far emergere tutte le discipline e non solo il calcio e la diffusione dello sport femminile. In piena stagione degli opposti estremismi, mentre a Roma si contavano le vittime del terrorismo e il governo era sotto assedio, un comunista di provincia e il capo del governo democristiano riuscivano a dialogare per costruire un palazzetto. Una vicenda tanto improbabile quanto eccezionale. Anna Duchini