"Gli accessi in Pronto Soccorso in questo periodo sono mediamente intorno a 150 al giorno. Abbiamo toccato punte di ingressi lunedì scorso, sono stati 180 e due sabati fa, 196. I picchi sono di solito a ridosso del fine settimana": l’ondata di caldo è in diminuzione, da ieri, ma la nostra salute ha accusato e accusa ancora il colpo di calore. Il quadro della ricaduta sulle strutture sanitarie è tracciato dal dottor Giovanni Bova (nella foto in alto), direttore del Pronto Soccorso delle Scotte.
Direttore, siamo in emergenza?
"Siamo di fronte alla stagionalità delle patologie: in inverno accusiamo picchi legati all’influenza e d’estate all’eccessivo calore, come in questo periodo. Il 10 per cento di ingressi al Pronto soccorso legati, direttamente o indirettamente, al caldo non sono pochi, ma l’attenzione è alta su fenomeni che periodicamente si presentano. Siamo sopra la media ma comunque in un trend di stagione atteso e dunque siamo pronti".
Quale è l’effetto del cado sull’ospedale?
"Il Pronto soccorso di Siena fa parte dell’Osservatorio nazionale della Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza, che propro qualche giorno fa ha fotografato lo stato dei Pronto soccorso, compresi gli accessi. La foto scattata dice che in questo periodo il 4 per cento degli ingressi è dovuto direttamente al caldo, sono colpi di calore, sincope e così via. Per un altro 8 per cento di accessi il calore è una concausa: sono patologie che si acutizzano con il caldo e riguardano anziani, cardiopatici, pazienti con difficoltà polmonari e pazienti con patologie psichiatriche. Il 12 per cento di ingressi attuali è effetto dunque del caldo: sono circa 6.500 persone al giorno che in Italia ricorrono all’ospedale".
Sono codici gravi o minori?
"Molti sintomi sono aspecifici, ovvero non richiederebbero ricorso al Pronto soccorso, ma sono autogestibili a domicilio: è buonsenso bere, idratarsi, non fare attività fisica all’aperto nelle ore più calde. Poi ci sono manifestazioni più importanti, come mancamenti, difficoltà cardiache o respiratorie che richiedono attenzioni specifiche. Sono le fasce anagrafiche estreme, bambini e anziani, e i soggetti con patologie croniche i più fragili, che accusano difficoltà a termoregolarsi. Poi, in questo periodo c’è la coincidenza con una gastroenterite, non dovuta al caldo, ma che comunque aggrava la perdita di liquidi".
Paola Tomassoni