Omicidio, nipote ai domiciliari Il pm va a Parma

Un lunghissimo periodo in carcere a Sollicciano, dal 30 settembre scorso al 28 febbraio. Ma adesso, dopo cinque mesi molto duri, grazie ai numerosi ricorsi presentati dall’avvocato Francesco Paolo Ravenni, la 25enne ucraina arrestata nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Anna Maria Burrini, è tornata a casa. Sono stati concessi infatti i domiciliari dal gip Chiara Minerva, così ha potuto riabbracciare la figlia piccola. Cosa che tanto desiderava e aveva sognato in questo periodo in cella. Il rientro a casa – vive insieme alla madre – è stato condizionato però al braccialetto elettronico. E al rispetto di una serie di prescrizioni, compresa quella di non vedere estranei e parlare con il compagno solo della bambina e con modalità che saranno stabilite dal giudice. La 25enne, che nel settembre scorso aveva confessato che sarebbe stato lo zio di 39 anni a soffocare la pensionata di 81 anni in Largo Sassetta, usando un laccio, intende anche mettersi a studiare. Tanto che ha chiesto di iscriversi all’Università per frequentare il corso di laurea in Giurisprudenza. Sono state intanto depositate alcune perizie e l’autopsia però manca ancora l’esito dell’accertamento relativo alla comparazione salivare. Dovrebbe arrivare a breve, certo prima che il pm Sara Faina, dal maggio 2018 alla procura di Siena, in estate si trasferisca a quella di Parma. Probabile che segua l’omicidio anche una volta in Emilia Romagna.

Laura Valdesi