
Antonio Barretta, direttore generale del Policlinico Le Scotte
Siena, 21 settembre 2022 - Un batterio entrato in fase operatoria o nella preparazione del farmaco? Colpa del farmaco o delle siringhe con cui è iniettato? Tutti i nodi sono ancora da sciogliere in quel groviglio in cui è imbrigliata la vicenda degli otto pazienti di Oculistica al policlinico Le Scotte di Siena, che si erano sottoposti al trattamento con il farmaco biosimilare usato contro la maculopatia, patologia dell’occhio. Ieri l’Azienda ospedaliero universitaria senese ha fatto slittare i tempi, annunciando che occorrono altri esami, più approfonditi.
"Saranno necessarie ulteriori analisi di biologia molecolare, con metodiche ancora più sensibili, per far luce sulle cause che hanno determinato problematiche ad alcuni pazienti a cui era stato somministrato un medicinale intravitreale per la cura di alcune maculopatie" fa sapere il policlinico, disattendendo i risultati delle prime analisi avviate e annunciati per oggi.
L’episodio si era verificato all’ospedale di Siena lo scorso 8 settembre – ed era stato rivelato da La Nazione –, quando 35 pazienti erano stati sottoposti alla somministrazione del farmaco biosimilare usato contro la maculopatia. Di lì a pochi giorni, otto dei pazienti di Oculistica avevano accusato dolori all’occhio, recandosi al pronto soccorso. Erano stati subito presi in carico dai professionisti dell’Oculistica, che hanno riscontrato l’infezione e sono stati operati immediatamente per rimuovere il trattamento. L’11 settembre tutti i 35 pazienti trattati sono stati richiamati in ospedale per verificarne le condizioni di salute: gli altri non hanno manifestato particolari sintomi, riconducibili a un’infezione. Gli otto trattati sono ancora seguiti dall’Oculistica e "il decorso risulta regolare", fa sapere l’ospedale.
"Aspettiamo i riscontri delle analisi di laboratorio. Le abbiamo disposte immediatamente, dovranno verificare ciò che può essere stato contaminato e da quale agente. Siamo intervenuti dopo i primi casi di pazienti infettati", aveva chiarito, il giorno dopo la rivelazione de La Nazione, il direttore generale delle Scotte Antonio Barretta. Un’indagine interna dunque per chiarire l’accaduto, sia sotto il profilo clinico, farmacologico che procedurale, nella somministrazione del medicinale.
L’Aou Senese aveva immediatamente anche sospeso la somministrazione delle iniezioni intravitreali contro la maculopatia e l’invio del medicinale biosimilare, che è allestito nella farmacia ospedaliera, all’Asl Toscana Centro: come previsto da un accordo tra le due aziende il farmaco è fornito dalle Scotte all’Asl fiorentina a un prezzo di mercato inferiore, in modo da consentire un notevole risparmio economico per il servizio sanitario regionale.
Dunque tutto fermo in Oculistica in attesa dei nuovi riscontri molecolari disposti dalla direzione aziendale: "In via precauzionale – si legge sempre nella nota diffusa ieri – la somministrazione degli intravitreali è stata sospesa anche in questa settimana e l’invio del medicinale all’Asl Toscana Centro riprenderà tra alcuni giorni, dopo gli esiti delle analisi microbiologiche effettuate con metodiche ancora più sensibili. L’Aou Senese è profondamente rammaricata per l’accaduto e il conseguente disagio creato ai pazienti e sta lavorando affinché queste problematiche non si ripetano".