MARCO BROGI
Cronaca

Nuova antenna: Pievescola dice no. Sono state già raccolte 450 firme

Si tratta di una iniziativa lanciata dal neonato comitato ‘Il Posto giusto’ che ha bocciato il progetto

I cittadini di Pievescola hanno già bocciato la nuova antenna per la telefonia

I cittadini di Pievescola hanno già bocciato la nuova antenna per la telefonia

Partita a Pievescola una petizione popolare per dire no all’istallazione di un’antenna per la telefonia mobile ritenuta troppo vicina alle case e incompatibile con il paesaggio. Si tratta di una iniziativa lanciata dal neonato comitato ‘Il Posto Giusto’ ("apartitico e apolitico") e sono state raccolte oltre 450 firme, di cui 395 già inviate al sindaco di Casole, Andrea Pieragnoli. "Chiediamo al sindaco- affermano i promotori della petizione, anche nella sua veste di primo responsabile della Protezione Civile sul territorio comunale- di applicare un sano principio di precauzione e di riconsiderare l’ubicazione dell’impianto, proponendo di spostarlo dall’area del cimitero alla zona del depuratore comunale, vicino all’area industriale dei 2 Ponti, priva di popolazione residente e abitata soltanto durante il normale orario di lavoro a differenza delle zone residenziali. Un’area destinata a infrastrutture produttive e paesaggisticamente degradata da numerosi tralicci di media e alta tensione". Il progetto in questione prevede, da parte della Società Infrastrutture Wireless Italiane(INWIT), in collaborazione con FiberCop, l’installazione di una antenna per telecomunicazioni alta 34,5 metri a 20 metri dal cimitero di Pievescola, a 50 metri dal confine della Montagnola senese (siti di importanza regionale e comunitaria) e a soli 135 metri dalle abitazioni e in zona sottoposta a numerosi vincoli. Il comitato fa presente di non essere contrario alla telefonia cellulare e alle infrastrutture necessarie per la sua diffusione, riconoscendone l’importanza sociale, economica e di sicurezza, ma sollecita il suo riposizionamento. "La nostra richiesta- fa notare ancora il comitato- mira a salvaguardare il valore degli immobili residenziali e delle attività produttive legate all’ambiente e al paesaggio, che verrebbero danneggiati dalla presenza dell’impianto. Il Borgo della Suvera dove insiste una prestigiosa Villa rinascimentale già proprietà di Papa Giulio II e di Luchino Visconti, non ne risulterebbe certo avvantaggiata, così come le attività turistiche che proprio del paesaggio e dell’ambiente fanno la loro principale attrattiva". E infine: "Esprimiamo preoccupazione per la posizione dell’impianto individuata attualmente e proponiamo un’alternativa che tenga conto dell’impatto ambientale e paesaggistico- conclude il comitato- L’ubicazione da noi indicata, tra l’altro, per diretta ammissione del sindaco, era quella prescelta dal Comune in ottemperanza ad una sorta di Piano Antenne".