
"Non si può dir no a Siena". Bartoletti nella Chiocciola con l’elogio degli oratori
Quanto ci piacciono le Contrade quando vogliono guardare al mondo pur mantenendo la propria identità: la Contrada della Chiocciola porta a sei le edizioni di "Parole in cammino", l’incontro cultura e musica e straordinari personaggi rigorosamente fuori dal nostro contesto. E questa volta si è parlato di provincia, lo ha anticipato il priore Marco Grandi e lo ha sottolineato nell’introduzione Maurizio Tuliani, con poi l’accorata relazione-ricordo del giornalista e scrittore Marino Bartoletti. E dietro si apriva un mondo fatto di dopoguerra, di speranza, di rinascita, di assoluta bellezza.
Bartoletti adopera mille armi per toccare il cuore, soprattutto evita la retorica: "Era il tempo in cui - racconta con grande presa nel folto pubblico – la competizione finiva come a Siena, città solo apparentemente divisoria, ovvero negli abbracci". Il suo è un racconto di provincia, che comincia dalla sua Forlì per arrivare alla grande Milano. Lui è un cronista prestato poi alla televisione, alla letteratura, attraverso una poco usuale sensibilità. E qui a Siena si è trovato benissimo ed ha raccontato di "Quando gli schemi gli faceva il parroco", ovvero della forza degli oratori, motori di un mondo che stava risollevandosi dalla guerra e che guardava avanti.
"Non farò nulla per nascondere l’emozione di essere qui. D’altra parte non si può dire di no a Siena". Ed i suoi 75 anni sono patrimonio universale, una stanza che si è aperta nel museo della Chiocciola per un evento davvero unico. Ecco che il suo racconto piega verso le Olimpiadi del 1960, quelle romane.
"Forse non avevamo le risorse di altri paesi, ma ci abbiamo messo la creatività, la fantasia, la bellezza". E questo senza nascondere un filo di emozione. I protagonisti del nostro tempo dobbiamo invitarli al momento giusto e questo era il tempo ideale per chiedere una serie di ricordi a Marino Bartoletti. E così è stato.
Per questo ci piacciono le Contrade quando si guardano attorno. Oggi hanno generazioni che si confrontano con il resto del mondo e quindi hanno più dimestichezza con il quotidiano. E quando pronunciano la parola Siena dicono una parola magica, una formula vincente. E tutti accorrono. La piccola Italia è sempre quella che ha dalla sua il senso della bellezza e dell’appartenenza. E come ha sottolineato con grande forza d’animo, parlando dell’oratorio che diventa mitica Olimpiade: "Da quel giorno il mondo tornò ad innamorarsi dell’Italia".
Massimo Biliorsi