No all’impianto agro-fotovoltaico. Il ministero della Cultura stabilisce: "L’incompatibilità ambientale"

Il progetto prevedeva l’installazione di 19.968 moduli su un terreno di 17 ettari in località Casino di Scarna

No all’impianto agro-fotovoltaico. Il ministero della Cultura stabilisce: "L’incompatibilità ambientale"

No all’impianto agro-fotovoltaico. Il ministero della Cultura stabilisce: "L’incompatibilità ambientale"

Parere negativo alla previsione dell’impianto agro-fotovoltaico in località Casino di Scarna, nei pressi della frazione Gracciano a Colle. Il giudizio è stato dato dal ministero della Cultura che ha dato sua espressione. La richiesta era quella di una pronuncia di compatibilità ambientale presentata dalla Ccen Gracciano Srl, ovvero la società che dovrebbe realizzare l’impianto. A dare il parere è stato il MiC, e nello specifico la Soprintendenza speciale per il Pnrr, che ha detto no. Il progetto dell’impianto prevedeva l’installazione di 19.968 moduli fotovoltaici su un terreno di più di 17 ettari, pari a quasi 25 campi da calcio. La zona oggetto dell’intervento ha una destinazione agricola a prevalenza di seminativi e pascoli. L’impianto da progetto avrebbe la potenza di picco pari a 14,449 Mw. Nel parere rilasciato dal ministero si legge che "a 40m dal punto più meridionale dell’impianto in progetto, si evidenzia la presenza di un’area sottoposta a vincolo". Non solo, ma anche che "la via Francigena menzionata nel decreto di dichiarazione di notevole interesse pubblico lambisce l’area di intervento a sud, a 140 metri di distanza dal suo punto più meridionale". Prosegue l’atto a firma del MiC facendo presente nelle considerazioni che "l’impianto in progetto presenta un elevato impatto paesaggistico, per l’eccessiva dimensione areale dell’impianto, per l’alterazione del carattere dominante del paesaggio rurale all’interno di un nodo degli agroecosistemi, per la percezione visiva che inciderebbe in modo incisivo sul paesaggio, per la durata di tale trasformazione che supera una generazione, per il cambio di destinazione di uso del suolo e un aumento di artificializzazione di un’area agricola di pregio". In base, quindi, ad alcune di queste considerazioni è stata questa la volontà del ministero. Nella parte finale dell’atto si evince, inoltre, che "vista e analizzata la documentazione presentata, le integrazioni presentate e le osservazioni del pubblico, si è ritenuto di condividere il parere della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo per le motivazioni di contenuto". "Questa Soprintendenza speciale esprime parere negativo – conclude l’atto – Per quanto attiene agli aspetti archeologici, esaminati gli elaborati di progetto, si comunica, preso atto dell’evidenziato ’Rischio archeologico Medio’".

Lodovico Andreucci