RICCARDO BRUNI
Cronaca

Museo Diocesano, scrigno riaperto: "Qui l’arte è una questione di fede"

Don Enrico Grassini fa da guida ai tesori dell’Oratorio. "La Madonna del Latte richiesta da New York e Londra"

Museo Diocesano, scrigno riaperto: "Qui l’arte è una questione di fede"

Museo Diocesano, scrigno riaperto: "Qui l’arte è una questione di fede"

Un piccolo scrigno, straordinariamente ricco di bellezza. Il Museo diocesano realizzato nei locali dell’Oratorio di San Bernardino, accanto alla basilica di San Francesco, ha riaperto i battenti due settimane fa con un nuovo allestimento, che fino al 31 ottobre sarà visitabile ogni giorno dalle 13.30 alle 18. Nuove collocazioni, per il piccolo museo che raccoglie opere di proprietà dell’Arcidiocesi e di altri enti come seminari, parrocchie e confraternite senesi, e che espone un patrimonio arricchito in occasione dei venticinque anni da quel 13 marzo 1999, quando per volontà dell’allora arcivescovo Gaetano Bonicelli e del rettore dell’Opera della Metropolitana, cui è affidata la gestione, Senio Bruschelli, aprì i battenti per la prima volta.

Un percorso di visita che si inoltra all’interno delle stanze, offrendo ai visitatori veri tesori come la Madonna del latte di Ambrogio Lorenzetti, il primo a dipingerla con il seno nudo nel momento di allattare, o come il ciclo di affreschi lungo le pareti dell’Oratorio, opera del primo Cinquecento del Sodoma, Beccafumi e Girolamo Del Pacchia. E ancora la Madonna della grotta, proveniente dall’Oratorio di Sant’Andrea a Montecchio, dipinto da un artista di scuola duccesca, da poco restaurata dalla Soprintendenza, arrivata nella sua nuova collocazione grazie alla Pinacoteca di Siena; la Madonna di Vignano di Bartolo Di Fredi, che si trovava nei depositi della Diocesi; la Madonna di Molli del Sassetta, che sarà esposta ad agosto non appena tornerà da Massa Marittima, dove si trova nell’ambito di una mostra dedicata all’artista che l’ha dipinta; la Madonna del Carmine, un’antica icona bizantina; la Madonna di Tressa.

"Un museo diocesano ha una peculiarità – spiega il direttore dell’Ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi di Siena, don Enrico Grassini – perché non accoglie solo le opere d’arte, ma anche la memoria della fede e dell’identità di un territorio, di cui racconta la storia della comunità che lo vive. Così il Museo diocesano rappresenta la realtà senese ed è patrimonio di tutti".

Non c’era miglior modo, quindi, per celebrare i venticinque anni dalla fondazione che aggiornare l’esposizione e riaprire le porte. Ma non solo. Proprio in questi giorni si parla infatti della mostra ’Siena: The rise of painting’ che riunirà al Metropolitan Museum di New York dal 7 ottobre al 26 gennaio 2025 e poi alla National Gallery dall’8 marzo al 22 giugno 2025 opere della storia artistica di Siena. Si tratta di opere già in possesso delle strutture museali della Grande Mela, ma per completare la mostra sono arrivate dall’altra sponda dell’Atlantico alcune richieste.

Già accordata dalla Soprintendenza la spedizione della sinopia della ’Madonna annunciata’, l’affresco di Lorenzetti che è nell’Eremo di Montesiepi. Al Museo diocesano di San Bernardino è stato richiesto il dipinto della Madonna del latte e la piccola Madonna del Carmine. Alla Basilica dell’Osservanza, il frammento della testa del Cristo crocifisso, la scultura lignea di Lando di Pietro.

"La Diocesi partecipa orgogliosa a questa iniziativa – spiega ancora Grassini – che racconta l’arte e la memoria di un territorio. Io sono sempre titubante a far viaggiare opere così identitarie. Ma tutto questo ci aiuta a promuovere e finanziare il nostro patrimonio e la nostra arte".