
"Mps privata entro il 2024". Il ministro Giorgetti rilancia il piano per cedere il 64%
Entro la fine del 2024 Mps potrebbe tornare ad essere una banca privata. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dice "sì" alla possibilità che la dismissione della quota in mano al Tesoro, il 64,2% del capitale, possa chiudersi entro l’anno prossimo, coerentemente con i termini imposti dalla Ue. Il processo di privatizzazione ha mosso i primi passi con l’avvio del processo di selezione dei consulenti finanziari e legali che assisteranno il Mef. L’invito sarebbe stato indirizzato solo a banche estere e dovrebbe portare già entro novembre, all’individuazione degli advisor.
La cornice della privatizzazione è stata disegnata da Giorgetti nelle ultime settimane: Mps rappresenta "una leva per costruire un polo bancario forte" e "non c’è una data" entro cui la quota debba essere dismessa. "Usciremo quando è opportuno uscire, realizzando anche un obiettivo di sistemazione del sistema bancario italiano e quando il prezzo e le condizioni di mercato ci sembreranno congrue", ha detto il ministro a margine dell’assemblea Fmi a Marrakesh. Il mercato si aspetta la vendita in Borsa di una quota del 10-15% che renderà meno ingombrante la presenza del Tesoro, seguita da una fusione per la quale, al momento, mancano candidati. Bper, impegnata a digerire Carige, ha nel mirino la Popolare di Sondrio sotto la regia di Unipol. Banco Bpm continua a dirsi non interessata e presenterà a dicembre un piano stand alone. Il Credit Agricole, molto attivo sul mercato italiano, sconta il problema di battere bandiera francese. D’altra parte il Tesoro non intende svendere una banca che, grazie alla pulizia dagli npl, all’uscita di oltre 4.000 dipendenti e ai tassi alti prevede di chiudere il 2023 con un miliardo di utili.