di Laura Valdesi
SIENA
Un tour de force. Di dati, informazioni, foto, studi, riscontri. Conferme di situazioni già cristallizzate dalle inchieste ma, sembra, anche novità sul caso David Rossi. L’audizione della commissione parlamentare d’inchiesta, che aveva disposto la maxi-perizia su vari aspetti della morte del manager di Banca Mps otto mesi fa, mobilitando le eccellenze nazionali quali i reparti speciali dell’Arma, è partita ieri a mezzogiorno terminando solo alle 21.55. Alle 20.25 è iniziata infatti l’ultima parte dell’audizione no-stop, svoltasi presso la Commissione Ambiente di Montecitorio a Roma. A riferire ai commissari il colonnello Rubino Tomassetti, comandante del reparto indagini tecniche del Ros, il maggiore Stefano Di Napoli che guida la prima sezione del reparto indagini tecniche, sempre del Ros, il luogotenente Marco Marzi che fa parte di quest’ultima. Sono servite dunque una decina di ore per ripercorrere tutti i quesiti, una sessantina, posti dalla commissione. Interessanti gli accertamenti compiuti dal Ros su tutti i tabulati e le utenze telefoniche delle persone che, in un modo o nell’altro, hanno avuto a che fare con le circostanze dirette o indirette della morte di Rossi. E’ stato utilizzato un sistema di analisi federato lo stesso impiegato nelle grandi inchieste con molti indagati. Significa che non ci si è concentrati sul traffico di una singola utenza ma è stato messo a confronto ogni singolo traffico con gli altri.
Nessuna diretta web, questa volta. Tutto secretato, a maggior ragione dopo le indiscrezioni uscite sul contenuto della perizia che avevano portato Walter Rizzetto (Fdi), componente della commissione d’inchiesta, a sottolineare: "Si badi bene, i giornalisti fanno il loro mestiere, altro è diffondere ed anticipare parte di informazioni secretate la cui diffusione è indubbiamente soggetta a denuncia". L’audizione era divisa in quattro parti ma nessuno è riuscito, vista anche l’importanza del contenuto, a stare nel perimetro delle circa due ore ipotizzate per ciascun settore. A rompere il ghiaccio è toccato agli esperti del Ris, una delle relazioni più lunghe. Ad essi era stata affidata tra l’altro la ricostruzione della precipitazione di David Rossi con un software all’avanguardia dopo aver ricreato la scena del crimine tridimensionale con il laserscanner 3D che tutti ricordano piazzato nel dicembre scorso all’ingresso del vicolo del Monte Pio. Comparati anche i video disponibili per descrivere lo stato dei vestiti di Rossi durante la caduta e nella permanenza a terra, svolgendo accertamenti sull’orologio. I commissari non sono stati tutti presenti alle illustrazioni ma la partecipazione è stata particolarmente nutrita e attenta. Anche quando è toccato al pool medico legale capeggiato da Vittorio Fineschi, molto conosciuto a Siena dove ha lavorato mentre ora è a La Sapienza, che si è occupato del caso Cucchi. Alle 18,30 era ancora in pieno svolgimento la relazione degli uomini del Racis, a cui era stato chiesto tra l’altro di analizzare il pc del manager di Banca Mps, i profili social, di scandagliare l’agenda outlook e la rubrica telefonica, di capire da quale dispositivo era stata formata e inviata la mail ’Help’. Oggi dalla conferenza stampa alle 12 in diretta streaming forse si saprà se sono emersi riscontri interessanti da porre all’attenzione dell’autorità giudiziaria per un’eventuale riapertura delle indagini, come spera la famiglia, oppure se è stato un suicidio come certificato dalle inchieste.