LAURA VALDESI
Cronaca

Caso David Rossi, "ecco perché ho scritto la lettera alla Camera"

L’avvocato Vernazza spiega come mai "ha ritenuto corretto e doveroso tutelare i pm. Il dottor Marini è una persona seria". Trova "censurabile sul piano deontologico rilasciare interviste televisive". "Rizzetto mi chiamerà in commissione? Un’anomalia"

Gli uomini del Ris nel vicolo del Monte Pio per gli accertamenti

Gli uomini del Ris nel vicolo del Monte Pio per gli accertamenti

Siena, 24 dicembre 2021 - "L’idea di rivolgermi con una lettera al presidente della Camera Roberto Fico è mia. Desideravo richiamare l’attenzione sul fatto che una commissione, seppur parlamentare, seppure con poteri meno vincolanti rispetto alle indagini di una procura, ha pur sempre un generale e ben comprensibile a tutti dovere di riservatezza", tuona l’avvocato genovese Andrea Vernazza. Si riferisce alla lettera in cui contesta l’operato di alcuni componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, nota che ha suscitato un polverone di reazioni da parte dei membri. Viene fatto riferimento nella lettera al presidente Pierantonio Zanettin per quanto attiene a una sua dichiarazione nel corso di ’Quarta Repubblica’, trasmissione condotta da Nicola Porro, smentita però dall’interessato (vedi articolo in basso), e ad interviste rilasciate dal vicepresidente Luca Migliorino (M5S) e dall’onorevole Walter Rizzetto (Fdi). Si fa riferimento anche alla scelta di due dei tre consulenti della commissione.

David Rossi
David Rossi

"Sono intervenuto solo ed esclusivamente per tutelare clienti che assisto da tre anni e che ritengo meritevoli di massima protezione", spiega l’avvocato Vernazza. Un principe del foro che, tra gli altri, difende imprenditori come Flavio Briatore e anche il figlio di Beppe Grillo nella vicenda della presunta violenza avvenuta a Tempio Pausania. "Ho ritenuto corretto e doveroso scrivere io al presidente Fico facendo una censura generalizzata e ferma sull’inopportunità di certi atteggiamenti e sul rispetto della riservatezza istruttoria, regola anche per una commissione camerale che svolge un’indagine. Sono rispettoso delle istituzioni. Sovranamente il Parlamento designa una commissione ma - spiega – quando indaga su un evento con riflessi di natura giudiziaria e se fa un’indagine che è una vera istruttoria, secondo me devono essere osservate le regole di riservatezza. Trovo censurabile, sul piano deontologico, rilasciare interviste televisive". Chiarisce: "Ho ritenuto che non fossero state rispettate le regole della riservatezza su una vicenda aperta perché l’archiviazione non è un giudicato ma è suscettibile della procedura di riapertura delle indagini", sottolinea. C’è un caso mediatico, osserva Vernazza, ricordando però che "i tre pm non sono indagati".Poi chiosa: "Guardi, il fatto che il mio studio sia stato preso d’assalto dalle telefonate dei giornalisti di tutta Italia significa che ho colpito nel segno. E finalmente si sente anche la ’canzone’ delle vittime della gogna mediatica".

"Ci vogliono prove nuove, serie, per riaprire le indagini. E da quello che ho visto trapelare non sono certo le parole del colonnello Pasquale Aglieco che non è neppure entrato nella stanza di David Rossi", afferma l’avvocato Vernazza. "Lo svuotamento del cestino non è avvenuto, nemmeno un pubblico ministero alle prime armi l’avrebbe fatto, non si comporta così il commissario Basettoni di ’Topolino’. Nessuno ha risposto alla telefonata della Santanché: si è illuminato il display del cellulare, ha suonato e nessuno ha risposto. Si figuri se un investigatore anziano e altri investigatori mettono le dita sul cellulare. Questa è la versione del pm Nicola Marini che coordinava le indagini e io l’ho fatta mia perché lo giudico una persona seria", conclude Vernazza. Che aggiunge: "Avevo il dovere morale, non certo giuridico e professionale, di tutelare il dottor Marini anche perché in questi anni, essendo l’unico rimasto a Siena, ha pagato il prezzo più alto a livello mediatico. Ho ritenuto doverosa la lettera. E non mi faccio intimidire né da Zanettin, né da nessun deputato d’Italia". Annuncia che risponderà alla pec arrivata su carta intestata dello studio legale del presidente della commissione d’inchiesta. "Se ho attribuito una frase a Zanettin sbagliando? La devo riascoltare, si è attaccato ad un forse errore che mi riservo di vedere", liquida la querelle. E a Walter Rizzetto (Fdi) che sostiene di non capire "a che titolo scriva, sotto questo punto di vista non ho riscontrato chiarezza. Ho altresì ritrovato interessante chiarezza in alcuni passaggi della missiva per cui ritengo opportuno sentire il legale in commissione", l’avvocato Vernazza ribatte: "La reputo un’anomalia, ci devo pensare. Ritengo di non essere obbligato da nessuno".