Clamoroso a Montepulciano: il riesame delle schede, terminato nella notte di domenica, ribalta il risultato che sembrava acquisito e ’incorona’ Michele Angiolini candidato Sindaco del centrosinistra per le elezioni amministrative del 9 giugno.
"È un risultato che mi carica di una grande responsabilità, guidare la coalizione alle prossime elezioni, facendo mie tutte le richieste di innovazione e di attenzione emerse nella campagna per le primarie e poi con il voto", dichiara il cinquantunenne avvocato dem, Sindaco uscente, da quindici anni presente nell’amministrazione comunale, prima anche come consigliere e assessore.
"Ho affrontato questa competizione in modo aperto e sereno – prosegue Angiolini -, faccio i complimenti a Riccardo Pizzinelli per come ha saputo interpretare le primarie e mi auguro di non disperdere i contributi che il mio avversario ha fatto emergere in queste settimane, soprattutto per quanto attiene al capoluogo. Ci sarà bisogno di tutte le migliori idee per presentarsi con proposte forti e concrete alle amministrative di giugno".
È stato un epilogo ad altissima tensione quello vissuto dalla giornata di primarie dei progressisti di Montepulciano, trascorsa senza intoppi fino al momento degli scrutini, se escludiamo un meteo variabilissimo con vento, scrosci di pioggia e qualche squarcio di sereno, condizioni non ideali per portare i cittadini ai seggi. Eppure, in ben 1.825 sono andati a votare, superando le più rosee speranze di un centrosinistra che bada a questi numeri in vista della corsa per il rinnovo dell’amministrazione comunale.
Come abbiamo già riferito, dall’esame dei verbali provenienti dalle sezioni emergeva inizialmente il successo dello sfidante Riccardo Pizzinelli, indipendente, presentato dal PSI, per soli 4 voti sul sindaco uscente. Una distanza così contenuta ha indotto lo staff delle primarie a procedere al riconteggio, operazione che ha poi prodotto, a notte fonda, il sorprendente "ribaltone". Il giorno dopo, tra i progressisti di Montepulciano prevalgono più le bocche cucite che non la voglia di parlare: il voto delle primarie potrebbe essere indice di nuovi rapporti di forza tra singoli partiti dell’area, come certamente lo è tra il Capoluogo da una parte e le frazioni dall’altra, centri abitati ora evidentemente divisi da aspirazioni contrastanti.
Diego Mancuso