
Unghie lunghe, colorate e luccicanti: erano bandite per il padre della ragazzina nata a Siena da genitori stranieri
Abisso generazionale. Lei, perfettamente integrata, voleva comportarsi e vestirsi come tutte le coetanee senesi. Il padre, invece, un tunisino che vive nella nostra provincia, non ci sentiva da questo orecchio. Così si era creata una situazione conflittuale con la figlia, ancora minorenne, che è andata avanti per quasi dieci anni. Sfociando in una denuncia per maltrattamenti della giovane che ieri si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Maria Teresa Fasanaro. Ma prima che l’udienza davanti al gup Sonia Caravelli, comunque, la ragazza si è intrattenuta a lungo con i genitori. Compreso il padre che, difeso da Costantino Vocino, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Di qui il rinvio a marzo.
Una distanza siderale fra lei e quel genitore che, secondo la procura, eccedendo a volte con l’alcol e usando stupefacenti, maltrattava la ragazzina adesso poco più che maggiorenne. Il braccio di ferro, a seguito del quale la giovane si era separata dalla famiglia, ruotava intorno ai ’no’ del padre. Lei non doveva vestirsi all’occidentale, non gli piacevano le unghie lunghe e colorate, figuriamoci il braccialetto alla caviglia. Se l’avesse trovata con la sigaretta era pronto ad ucciderla, si diceva sicuro che non sarebbe riuscita a prendere la patente. Per non parlare del fatto che usciva con gli amici. La ossessionava di controlli, seguendola persino quando portava fuori il cane, guardando il contenuto del cellulare. Alcune volte la tensione era salita alle stelle, c’era scappato lo schiaffo, condito da ulteriori minacce di morte. Il modo di vestire della figlia, poi, era continuo motivo di discussione: una volta aveva tagliato con un coltello gli abiti a suo giudizio troppo attillati e corti. Da poco di buono, a suo dire.
La.Valde.