
Frequenti allarmi lupi in provincia di Siena (immagine di repertorio
Le cronache riportano pressoché quotidianamente notizie di avvistamenti vicini alle abitazioni, quando va bene, o di uccisione di animali da gregge da parte di lupi, sia nelle aree di campagna che nelle vicinanze dei luoghi abitati. Ora Roberto Vivarelli, presidente dell’Atc3 Siena Nord, dopo le recenti modifiche normative, sollecita l’intervento della Regione. In particolare dopo che "l’Europa con l’approvazione di modificare lo stato di protezione del lupo, che diventa semplicemente specie protetta si potrà, alla fine di un percorso di monitoraggio, intervenire con piani di controllo selettivi per questi soggetti problematici". Per Vivarelli, "alla luce di questa importante novità" è ora necessaria "una chiara presa di posizione e azioni conseguenti da parte della Regione Toscana, perché l’ultimo monitoraggio fatto nella nostra Regione risale al 2016, un dato troppo lontano nel tempo. Occorre dare rapidamente una risposta agli allevatori, ai cittadini al mondo venatorio per arginare le predazioni di questo carnivoro la cui rilevante e incontrollata presenza è ormai un dato inconfutabile".
Il monitoraggio e quindi la rilevazione puntuale delle presenze del lupo in determinate aree è la precondizione necessaria affinché si possa poi procedere con eventuali iniziative di contenimento e selezione.
"L’Europa con questa decisione – aggiunge Vivarelli – ha riconosciuto un’emergenza che in questi anni ha visto un proliferare incontrollato della specie. Si stima , negli ultimi dieci anni, un aumento della popolazione dell’80 per cento. Questo predatore ha fatto e sta facendo grossi danni ai nostri allevamenti ovini: agli allevatori non interessano la conta dei capi abbattuti e i ristori, ma la tutela delle loro greggi". E ancora, osserva Vivarelli, "sono ormai decine le segnalazioni dei cittadini che quotidianamente, nei sobborghi delle nostre città e paesi, segnalano la presenza di branchi di lupo, che da predatore fa stragi anche di animali domestici, cani e gatti, ma anche le segnalazioni del mondo venatorio, con una forte predazione sulla fauna selvatica e non solo ungulati: non si contano le carcasse di cani da seguita ritrovati durante la braccata al cinghiale".
"Come ha detto il ministro Lollobrigida, salutando positivamente la notizia – conclude Vivarelli –, il declassamento del lupo è una decisione pragmatica per salvaguardare la specie e le produzioni, il turismo e la sicurezza di animali e persone . Il ministro ha poi ricordato che sulla base di dati scientifiche (monitoraggio del lupo) si potrà portare avanti un’attività di razionalizzazione della specie. Solo attraverso piani di controllo selettivi, dopo averne constatato la presenza sul territorio attraverso validi monitoraggi, si potrà ristabilire una adeguata densità sul territorio".