
Il 22 febbraio scorso è iniziata la progettazione esecutiva del lotto Monsindoli-Monteroni nord, dopo l’inserimento dell’opera lo scorso anno nel contratto di programma Anas, con un intervento finanziato per 100 milioni. Sembrerebbe così avviato il completamento di questo nuovo tratto stradale, ma i precedenti invitano alla massima cautela e all’uso del condizionale. Di quest’opera si parla fin dal 1985, con l’inserimento nel piano triennale Anas di quel tempo, quando si ipotizzava un raddoppio della Cassia fino a Buonconvento, nel tracciato parallelo a quello classico che corre in mezzo alle case. La storia poi è stata quantomai travagliata: l’unico tratto aperto a Monteroni d’Arbia nel 1998, con una spesa di 60 miliardi di lire, il cambiamento del progetto originario con l’ipotesi di una carreggiata a due corsie e non più a quattro, l’avvio dei lavori poi interrotti per il fallimento della ditta interessata (con il lascito dei piloni di cemento nel cuore della campagna senese).
E ancora, il continuo cambio di competenze che ha fatto passare la strada sotto il controllo dell’Anas, poi della Provincia, poi della Regione - che almeno ha realizzato la rotonda di accesso a Isola d’Arbia - infine di nuovo all’Anas. Nel mezzo decenni di impazzimento nelle ore di punta per i tanti pendolari che dalla Val d’Arbia e dalla Val d’Orcia raggiungono Siena per lavoro. E nel frattempo non hanno avuto conseguenze anche gli annunciati progetti per la metropolitana di superficie che avrebbe dovuto correre, dagli studi approfonditi del 2011 agli annunci all’inizio dell’attuale mandato amministrativo nel Comune capoluogo. E allora non resta che sperare che l’Anas, questa volta, riesca ad andare fino in fondo e spendere quei 100 milioni di euro che sono stati già stanziati, sanando un buco infrastrutturale nella mobilità della provincia di Siena.
Orlando Pacchiani