Ecco una pagina dedicata al Leocorno e ad una carriera: 2 luglio 1845: le cronache del tempo si allungano sulla bravura e sul giudizio integerrimo dei giudici Bernardino Sergardi e Remigio Bellugi. Infatti la mossa è davvero bella con una partenza in equilibrio fra tutti i protagonisti.
La lotta si accende fra la Tartuca e la Selva, la prima con Campanino e l’altra con il mitico Gobbo Saragiolo. Ma, come spesso accade, fra i due si inserisce un terzo. Ecco infatti arrivare a San Martino il Leocorno con l’esordiente Sagrino. La gara si accende ma nessuno riuscirà a passare questo fantino, forse non valutato bene dai maestri della piazza che non si aspettavano un ingresso così imperioso fra i protagonisti.
Così vince la Contrada di Pantaneto con dietro la Lupa, con il figlio di Bonino, e la Tartuca, mentre la caduta del Gobbo determinò gran parte dell’esito dalla corsa. La destrezza del giovanetto diventa subito leggenda in tutta la città ed i suoi soli 14 anni anni sono una sorta di miracoloso mito. Da aggiungere che il cavallo aveva esperienza e potenza per tutti e due.
Passa alla storia anche il Capitano del Leocorno Giuseppe Adriani, che aveva avuto intuito e coraggio, doti sempre necessarie per essere ricordato a lungo nel tempo.
Massimo Biliorsi