Di donne senesi importanti ce ne sono state molte nel corso della storia: scienziate, sportive, imperatrici, medici e personaggi dell’arte e della letteratura italiana. Non è stato per niente facile sceglierne due da citare in questo articolo, ma abbiamo voluto parlare di quelle per noi più affascinanti e interessanti; Pia De’ Tolomei, una gentildonna morta nel mistero, e Margherita Marsili, una delle imperatrici più intriganti della storia.
Pia de’ Tolomei visse nel tredicesimo secolo e faceva parte di una delle più importanti famiglie senesi. Già da giovanissima aveva su di sé gli occhi di tutti i nobili toscani e alla andò in sposa a Nello de’ Pannocchieschi, un importante aristocratico, signore di Castel di Pietra in Maremma. Ma già dopo pochi anni il loro rapporto non andava bene; la Pia morì all’età di 32 anni rinchiusa in una torre, per volere del marito che probabilmente voleva risposarsi. La sua apparizione più famosa è avvenuta nella Divina Commedia di Dante Alighieri dove l’autore la colloca in Purgatorio nel girone dei peccatori pentiti sul letto di morte. E’ un personaggio importante perché ha chiesto di essere rimembrato con la celebre frase: “Ricorditi di me che son la Pia: Siena mi fé disfecemi in Maremma.” La sua vicenda oltre a Dante ha ispirato anche in età moderna e contemporanea registi, pittori e scrittori di molti libri e romanzi adattati anche ai ragazzi.
Margherita Marsili nacque nel 1528 a Siena da Giovanni Marsili, un ricco signore molto conosciuto al tempo. Aveva i capelli rosso tiziano, gli occhi azzurri, un fisico perfetto e già a sedici anni sembrava una donna. Suo padre trovò subito un nobile a cui darla in sposa. Ogni volta che la sua famiglia tornava in Maremma, nel castello di Collecchio usato per la villeggiatura estiva, Margherita piangeva un familiare morto di malaria. Fu là che il 22 Aprile 1543 le truppe saracene guidate dal corsaro Barbarossa entrarono nel castello di Collecchio e uccisero. Quando però i soldati arabi videro la bella Margherita, decisero che sarebbe stato più conveniente venderla a un nobile ottomano piuttosto che ucciderla. La giovane infatti fu data in sposa proprio all’imperatore con cui ebbe cinque figli. Ma la donna non aveva certo dimenticato la violenza subita: decise di vendicare se stessa e il suo amato padre ponendo fine alla dinastia imperiale. La sua arma fu il primogenito maschio, quello meno adatto al trono: più lo vedeva crescere, più capiva che avrebbe portato l’impero alla rovina. Per evitare che i figli di altre mogli prendessero il potere, fece in modo che trovassero una morte prematura. Divenuto l’inetto primogenito l’unico erede, nel 1566 succedette al padre e iniziò la decadenza dell’impero Ottomano. Così Margherita servì su un piatto d’argento la sua terribile vendetta.