L’assise di Confindustria. Bernini e la svolta 5.0: "Crescono le imprese votate alla sostenibilità"

Il presidente degli industriali della Toscana sud sventola le bandiere green. L’intervento di Orsini, in pole position per la presidenza nazionale. .

L’assise di Confindustria. Bernini e la svolta 5.0: "Crescono le imprese votate alla sostenibilità"

L’assise di Confindustria. Bernini e la svolta 5.0: "Crescono le imprese votate alla sostenibilità"

Adesso e ora, ‘Now and then’, come canta la voce di John Lennon nella nuova hit dei Beatles ricostruita grazie all’intelligenza artificiale. È lo slogan che riassume l’assemblea di Confindustria Toscana Sud in scena al Santa Maria della Scala. 870 imprese iscritte di Siena, Arezzo e Grosseto che vogliono continuare a costruire il futuro dell’industria toscana e nazionale, tra svolta 5.0 e sostenibilità. Con un bilancio per 8 milioni di ricavi, Confindustria Toscana Sud mira verso il futuro.

"Una partecipazione così numerosa vuol dire che ciò che stiamo facendo è percepito da territori, aziende e imprenditori – ha detto il presidente Fabrizio Bernini -. I risultati fanno percepire questo valore, in tre anni di presidenza, anni molto complicati. Abbiamo attirato circa 150 nuove aziende e 3300 dipendenti. Per me non è un successo, ma un onore. Oggi l’industria cambia velocemente, da 4.0 a 5.0 in soli 9 anni, con una stessa generazione di imprenditori che fa fronte a temi come sostenibilità e intelligenza artificiale. Il problema è non perdere l’imprenditore: si nasce, non si diventa".

Sui temi della sostenibilità, degli obiettivi di sviluppo sostenibile del progresso tecnologico ha ruotato il confronto tra Tito Nocentini, direttore Toscana e Umbria di Intesa San Paolo, Angelo Riccaboni, Santa Chiara Next, e Raffaele Spallone, dirigente politiche industriali del Ministero delle Imprese, moderato dalla e DG di Fondazione Leonardo, Helga Cossu. "La sostenibilità è uno dei pilastri centrali delle nostre attività quotidiane – ha detto Nocentini -, oggi è sempre più importante riflettere su come in prospettiva il nostro ruolo all’interno del sistema produttivo debba tradursi in azioni di sostegno alle imprese". "Va resa evidente l’importanza dell’innovazione e dell’evoluzione tecnologica all’interno dei processi aziendali – ha aggiunto Spallone -. Dobbiamo trattenere i giovani e investire in nuova ricerca, una missione contenuta nel Pnrr che deve portare l’Italia a puntare in questa direzione".

"L’agenda della sostenibilità e degli investimenti deve passare dall’attenzione del pubblico – ha concluso Riccaboni -: è inutile parlare di industria 5.0 se poi le aziende del Chianti non possono approfittare di questi vantaggi per mancanza di rete e connessione internet. Una situazione che rende difficile l’innovazione e che aumenta il gap tra piccole, medie e grandi industrie". La conclusione del lavori è spettata a Emanuele Orsini, vice presidente nazionale di Confindustria, che ha avvertito: "C’è il rischio di un ulteriore aumento dei tassi d’interesse, e questo rischierebbe di portare in recessione l’economia italiana ed europea. Vediamo solo ora l’impatto del rialzo dei tassi sull’attività economica. I prestiti bancari alle imprese si stanno riducendo, con un -6,7% a settembre 2023. Questo incide negativamente sugli investimenti: secondo le stime è atteso un ulteriore peggioramento nel 2024, che porterebbe a un negativo dello 0,1% . La manovra finanziaria è carente di misure fiscali di sostegno agli investimenti. Inoltre, non c’è alcun cenno al Piano Industria 5.0, che dovrebbe essere finanziato con le risorse del programma REPowerEU. Confindustria avrebbe voluto che di Industria 5.0 si parlasse già all’interno del Ddl Bilancio, per dare da subito prospettive di rilancio agli investimenti. L’attuazione del Piano non è rimandabile all’infinito".

Andrea Talanti