
"Sicurezza alimentare, lotta alla fame, agricoltura sostenibile sono temi guida che la presidenza italiana del G20 ha messo al centro per l’agroalimentare". Il professor Angelo Riccaboni, presidente del Santa Chiara Lab e della Fondazione Prima, oggi sarà all’Open Forum sull’agricoltura sostenibile, al Teatro della Pergola di Firenze.
Un evento che precede la riunione dei ministri G20 dell’agricoltura, ospitata nel capoluogo toscano domani e venerdì, che vedrà riuniti i maggiori stakeholder del panorama agricolo mondiale, fra i quali il commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, diversi ministri dei paesi membri del G20 e non solo.
Portando con sé l’esperienza maturata in questi anni sul territorio senese, che si sta proponendo sempre più come laboratorio a cielo aperto sul piano dell’agrifood, Riccaboni ha ricordato: "In questi mesi preparatori al vertice Onu sui sistemi agrifood, con il Tavolo Maeci sulle Filiere alimentari, che ho avuto l’onore di coordinare, vi è stato un grande sforzo comune nel portare all’attenzione queste sfide, individuando azioni e soluzioni concrete".
Il risultato è ‘Uniti nel cibo’, che definisce dieci impegni e precise responsabilità nei riguardi dell’ambiente e della società, da tradurre in "pratiche aziendali e di filiera sempre più virtuose" che consentano di "conciliare il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale con le condizioni di equilibrio economico".
Un documento con il quale "dimostriamo che in Italia esiste un modello eccellente di agricoltura sostenibile – afferma Riccaboni – che possiamo concretamente portare all’attenzione internazionale, un riferimento virtuoso per far fronte alle sfide attuali, per un futuro più prospero, giusto e sostenibile". Il decalogo contenuto nel documento mette al primo punto la necessità di implementare i processi produttivi attenti alla salvaguardia dell’ambiente; per poi proseguire con la promozione dell’educazione alimentare e la della dieta mediterranea quale regime di riferimento; promuovere relazioni positive con le comunità e i territori di riferimento; adottare strumenti utili per garantire il rispetto della sostenibilità sociale e ambientale; integrare i principi della sostenibilità ambientale e sociale nelle strategie e nelle politiche aziendali; innovazione tecnologica, organizzativa e sociale; massima attenzione all’Agenda 2030; reti e alleanze fra imprese; formazione e aggiornamento delle risorse umane; allineamento agli obiettivi condivisi a livello internazionale in tema di transizione verde e digitale. Il connubio tra innovazione tecnologica, soprattutto a spinta digitale, e tradizioni rurali si conferma, quindi, la grande scommessa dell’agroalimentare, in quella visione di sviluppo che trova oggi in Siena un punto di riferimento.
Riccardo Bruni