PINO DI BLASIO
Cronaca

"La strategia delle 3 T per battere il virus"

Più tamponi, tracciamenti e terapie: le mosse del direttore dell’Asl D’Urso. "Un medico per ogni istituto, pronto il bando per reclutarli". .

di Pino Di Blasio

Il direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso, riassume le mosse per contenere il ritorno del coronavirus con la strategia delle 3T: tamponi, tracciamento e terapie. "Solo controllando chi è positivo e chi no, limitando i contatti e curando chi ha bisogno di terapie - è la sintesi di D’Urso - riusciremo a circoscrivere la seconda fase dell’epidemia".

I nuovi casi di contagio sono l’ondata di ritorno del virus?

"Dopo un periodo di lockdown era prevedibile che potessero esserci comportamenti non troppo attenti. Il ritorno dei contagi è essenzialmente collegato alle frequentazioni estive. Tra i nuovi casi non c’è un focolaio locale, salvo rarissime eccezioni. Sono tutti positivi dopo il rientro da vacanze e viaggi all’estero".

L’elenco dei Paesi a rischio sta crescendo?

"Non esiste un Paese a rischio, esistono comportamenti a rischio. Il consiglio che mi sento di dare è usare le mascherine anche in vacanza. E al rientro sottoporsi al tampone alle stazioni ferroviarie, agli aeroporti o nelle strutture indicate dall’Asl. Penso sia questa la strada migliore per mettere al sicuro se stessi e le persone con cui si vive".

Perché è così importante fare migliaia di tamponi?

"La precoce individuazione dei contagiati e dei loro contatti, attraverso i tamponi, sono la maniera migliore per contenere l’infezione da coronavirus. I tre capisaldi per la gestione dell’epidemia restano tampone, tracciamento e terapia".

Il virus è meno potente o ora sappiamo come trattarlo?

"Non ha affatto mutato le sue caratteristiche, lo dimostra la diffusione sempre ampia nei nostri territori. Invece è aumentata la capacità di fare tamponi. L’Asl Toscana Sud est ne fa 1.500-1.600 al giorno, più di quanti ne facevamo a marzo, in piena emergenza. Il Dipartimento di prevenzione ha aumentato la capacità dei test, abbiamo a disposizione più reattivi. I tanti controlli sono la strada più efficace per stanare il virus".

Vale anche per la scuola? Avete 8mila prenotazioni di docenti e tecnici per i test sierologici, 3mila in provincia di Siena.

"E’ la prova della grande attenzione che gli operatori della scuola hanno nei confronti dell’epidemia. Le prenotazioni sono attive fino al 14 settembre, siamo pronti ad aumentare gli slot se fosse necessario. I test si possono fare o dal medico di famiglia o scegliendo il poliambulatorio dell’Asl nel sito della regione. L’Asl sta facendo di tutto per iniziare la scuola in maniera più sicura possibile".

Non teme la fuga di docenti e personale Ata?

"La grande adesione del personale scolastico alle prenotazioni dei test dimostra esattamente il contrario. Almeno nelle tre province della Toscana sud. La partecipazione di massa alla campagna dei test è la prova che il personale scolastico non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro. Sono figlio di insegnanti, forse sono un po’ prevenuto. Ma credo moltissimo nello spirito di missione della classe docente. La sensibilità degli insegnanti verso l’educazione è il pilastro dello svilippo di un Paese, come ha ricordato il presidente Mattarella, nell’omaggio alla Montessori".

Pronto ad assegnare un medico a ogni istituto scolastico?

"E’ già previsto nel decreto, la Regione intende investire su questa presenza, i Dipartimenti di prevenzione stanno individuando le figure. L’Asl Toscana sud sta pubblicando un bando, assieme alle altre Asl toscane, per la ricerca di dottori disponibili, sia giovani laureati che pensionati".

Pensa di trovare 2.600 medici entro il 14 settembre?

"I plessi scolastici sono 2.600 in Toscana, la direttiva prevede un medico per ogni istituto e non a plesso. Dobbiamo valutare quante disponibilità avremo. Non sono tanti i giovani laureati, su questo argomento non si può scherzare. In piena emergenza siamo stati sorpresi dalla voglia di collaborare di giovani e medici pensionati. Stavolta è anche più semplice".

Con il primo positivo in classe cominceranno i problemi

"Ce l’aspettiamo, per questo abbiamo messo in campo una capillare attività di prevenzione, con tamponi e test. La situazione di settembre non sarà uguale a quella di marzo, quando le scuole chiusero. Mascherine, gel e distanziamento sociale non c’erano mesi fa. Oggi parliamo di mascherine trasparenti per i docenti. Sono proprio curioso di vederle".

I casi nella Rsa Cocconi Bernabei e al pronto soccorso sono segnali d’allarme?

"Sono focolai potenziali subito spenti. Non riguardano i pazienti e gli ospiti, ma il personale di rientro. I test a tappeto hanno soffocato sul nascere i contagi. Siamo preoccupati, ma finora non c’è una crescita dei ricoveri. Abbiamo solo 4 ricoverati, a Malattie Infettive, tra Arezzo e Grosseto. Nessuno a Siena".

Settembre sarà decisivo?

"Sì, perché bisogna superare la prova della riapertura delle scuole, gestire il capitolo della vaccinazione antinfluenzale, mettendo al sicuro una bella fetta della popolazione, e poi aspettare il vaccino contro il virus. La ricerca italiana sarà determinante su questo fronte".