RICCARDO BRUNI
Cronaca

La ’Speranza’. Il Duomo svela i suoi capolavori

Torna la scopertura del pavimento dal 27 giugno. La prima volta della tarsia di Alessandro Franchi.

Torna la scopertura del pavimento dal 27 giugno. La prima volta della tarsia di Alessandro Franchi.

Torna la scopertura del pavimento dal 27 giugno. La prima volta della tarsia di Alessandro Franchi.

Cinquecento anni di storia artistica, religiosa e culturale raccontati in un’opera incredibile. In occasione del Giubileo, dal 27 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 15 ottobre, la Cattedrale di Siena torna a scoprire il suo magnifico pavimento marmoreo. Per l’occasione sarà visibile, per la prima volta, la Speranza eseguita nel 1870 da Leopoldo Maccari, Giuseppe e Antonio Radichi su cartone di Alessandro Franchi. La tarsia è di solito coperta, anche durante la scopertura ordinaria del pavimento, per permettere l’accesso alla Cappella del Voto, spazio sacro destinato al raccoglimento e alla preghiera.

La figura riflette la tipica iconografia, che prevede la gestualità delle mani giunte al petto, lo sguardo rivolto verso l’alto e il significativo attributo dell’àncora di salvezza, a cui "ancorare" le speranze dell’umanità. Come uno scrigno, la cattedrale custodisce al suo interno opere incredibili che potranno essere ammirate durante tutta l’estate fino a metà ottobre (con l’unica pausa nella prima parte di agosto). I visitatori potranno così ammirare le scene realizzate con la tecnica del commesso marmoreo e dello sgraffio, l’incisione dei contorni che seguono il cartone preparatorio disegnato da artisti, quasi tutti "senesi", fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, con l’eccezione del pittore umbro Pinturicchio, autore del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione della via verso la Virtù come raggiungimento della quiete interiore, attraverso la filosofia e la conoscenza.

"La visione complessiva delle cinquantasei tarsie del pavimento – osserva Giovanni Minnucci, rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena – può rappresentare un momento di personale e silenziosa riflessione, dimentichi, almeno momentaneamente, delle nostre corse affannose e delle nostre quotidiane preoccupazioni, alla ricerca proficua del senso che ciascuno di noi intende dare alla propria vita. Un senso che, per il fedele non può non sublimarsi nella meditata ricerca di Dio". La scopertura è stata promossa dall’Opera della Metropolitana ed è organizzata da Opera Laboratori.