ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

La Pinacoteca svelata Hemery: "Entro il 2026 il nuovo allestimento"

Presentato il restauro delle facciate dei palazzi Brigidi Buonsignori e Chigi alla Postierla, ma si guarda già ai prossimi interventi per il rilancio.

La Pinacoteca svelata Hemery: "Entro il 2026 il nuovo allestimento"

di Orlando Pacchiani

È molto più di un restauro, l’operazione che ha riportato a nuovo le facciate dei palazzi Brigidi-Buonsignori in via San Pietro e Chigi alla Postierla in via del Capitano, sedi della Pinacoteca nazionale. È, in realtà, il biglietto da visita di un museo impegnato in un’importante operazione di rilancio, dopo la concessione dell’autonomia. È un’operazione di ricerca condotta insieme all’Università degli studi, che ha consentito analisi approfondite e inedite. Ed è forse e soprattutto la testimonianza della vitalità di un’istituzione culturale che conserva straordinari tesori ma è incredibilmente poco frequentata e poco conosciuta, in primis dai senesi.

"I numeri dimostreranno che stiamo crescendo – spiega il direttore Axel Hemery – ma nell’arco di un triennio contiamo di presentarci con un nuovo volto". Fine 2026 è l’orizzonte temporale fissato per realizzare non solo lavori di consolidamento strutturale, ma anche progettare l’abbattimento delle barriere architettoniche disegnando un nuovo percorso e una nuova fruibilità delle opere. "Parlando con il nuovo sindaco – aggiunge Hemery – ci siamo trovati in piena sintonia soprattutto sull’idea di costruire ponti e fare rete tra istituzioni, a partire da quelle dell’Acropoli ma non solo". Quanto si potrà realizzare di questa idea lo dirà il tempo, verificando anche cosa sarà davvero della fondazione Santa Maria della Scala, ancora in mezzo al guado.

Intanto Stefano Casciu, direttore del polo museale della Toscana, può godersi il risultato di lavori finanziati con un milione di euro e conclusi in anticipo, nel periodo 26 settembre 2022-13 giugno scorso. "Siena saprà cogliere l’importanza di questo risultato", ha detto Casciu. Tra le cose che sicuramente resteranno, gli studi dei docenti universitari Fabio Gabbrielli ("la facciata è in gran parte originaria del ’400, esclusa la parte con i merli frutto del restauro ottocentesco", la necessaria sintesi dell’approfondita analisi presentata), e Marco Giamello sullo stato di conservazione delle superfici laterizie.

L’architetto Carlo Lafigliola, che ha diretto i lavori, ha illustrato l’intervento e le misure per tutelare le superfici. "Questo lavoro – ha detto Hemery – ci consente di ritrovare l’autenticità delle facciate e rappresenta un anticipo di quello che i visitatori potranno trovare all’interno".