La lezione inascoltata di Amos Oz: "L’unica soluzione sono due Stati"

Una foto una storia La laurea honoris causa all’Università per Stranieri, lo scatto di Augusto Mattioli

La lezione inascoltata di Amos Oz: "L’unica soluzione sono due Stati"

La lezione inascoltata di Amos Oz: "L’unica soluzione sono due Stati"

"Ritengo che l’essenza del fanatismo stia nel desiderio di costringere gli altri a cambiare. Quell’inclinazione comune a rendere migliore il tuo vicino, educare il tuo coniuge, programmare tuo figlio, raddrizzare il fratello, piuttosto che lasciarli vivere." Mai frase più profetica, alla luce del presente che stiamo vivendo. L’ha pronunciata qualche anno fa lo scrittore Amos Oz, qui fermato nel tempo e alla storia da Augusto Mattioli il 26 gennaio 2010, quando l’Università per Stranieri, con l’allora Rettore Massimo Vedovelli, gli consegnò la Laurea honoris causa in Scienze linguistiche e comunicazione interculturale. La motivazione era: "Per la sua lunga e prestigiosa attività di intellettuale, saggista e romanziere – si legge nella motivazione – e per essere stato fra i primi a individuare la soluzione dei due stati nell’ambito del conflitto israelo-palestinese".

Risuonano anche oggi a monito di ciò che sta accadendo in quelle terre. Siena visse quindi, a distanza di otto anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2018, un evento dalla risonanza internazionale di questo "scomodo" autore, nato a Gerusalemme e che ha scritto inquieti capolavori come "Una storia di amore e di tenebra", che tutti i giovani dovrebbero necessariamente leggere.

Lo ricordiamo qui fra noi, mentore della tesi della "soluzione dei due Stati" per porre fine al conflitto israelo-palestinese, Oz, insieme agli scrittori David Grossman e Abraham Yehoshua, ha rappresentato la coscienza critica dello Stato d’Israele negli ultimi decenni. E adesso sentiamo forte la sua mancanza. Proprio nell’occasione senese ebbe a dire sul lungo e difficile cammino verso la vera pace "Quando dico compromesso non intendo capitolazione, non intendo porgere l’altra guancia ad un avversario, un nemico, una sposa. Intendo incontrare l’altro, più o meno a metà strada. Comunque non esistono compromessi felici: un compromesso felice è una contraddizione. Un ossimoro".

Non importa andare lontano per trovare il senso della vera coesistenza fra i popoli. E non è vero guardare sempre avanti: la storia ama ripetersi. Casomai siamo noi che fingiamo di non vedere il senso delle cose. Ci manca il coraggio della verità. E quel giorno all’Università per Stranieri si svolgeva un atto doveroso che nel tempo ha acquistato un altro valore, quello che l’umanità è costretta spesso a ripetere gli stessi errori. Quel cieco masochismo che ci rende vulnerabili come i dinosauri ai giorni delle grandi meteoriti.

Massimo Biliorsi