
Viaggio de La Nazione alla scoperta delle bellezze di Piancastagnaio, borgo dell’Amiata "E’ un territorio autentico, la gente lavora e la natura è vera. Niente è stato abbellito" .
Piancastagnaio
La cultura secondo Pierluigi Piccini. Quasi due ore di macchina per arrivare a Piancastagnaio, attraversando il cuore della Toscana, quella vera che ti toglie il fiato. Verde, tanto verde macchiato dal giallo brillante delle ginestre. Un viaggio nel viaggio, alla scoperta di questo borgo che non è più solo miniere, pietra lavica, streghe e castagne. E’ molto altro anche grazie all’amministrazione di Franco Capocchi.
"A me non interessa destra e sinistra – dice Capocchi senza tanti giri di parole – io sono un sindaco del ’fare’. Il mio obiettivo è crescere con la comunità di Piancastagnaio e sono a favore della geotermia, sia chiaro". Pierluigi? Lo guarda con affetto: "In molti dicono che è lui il sindaco. A me non importa cosa dicono gli altri. Pierluigi è una risorsa per questa comunità, è un uomo ingombrante, fa ombra, ma ha tante relazioni e spero proprio che tutti i miei assessori siano ingombranti e facciano ombra come lui. Siamo una bella squadra". Ed è così che l’ingombrante Piccini - l’uomo che a Siena o si odia o si ama - a Piancastagnaio fa parte di un progetto politico. E la squadra funziona: idee, strategie, condivisione di priorità.
Parte da qui la visita de La Nazione nel borgo amiatino di 3500 anime. "Qui si lavora" dice Piccini mostrando i progetti dove la cultura è contaminazione, dialogo con il territorio e la comunità. Non è "abbellimento" la mostra fotografica di Gabriele Forti che rende speciale il recupero, firmato dall’architetto Francesco Traversi, dell’antico bocciodromo dove acciaio e legno sono l’ossatura di una struttura riscaldata con la geotermia. Le foto in bianco e nero di Forti raccontano storie di minatori. Un recupero centrato, costato 60mila euro, al servizio della gente per eventi di ogni genere, spettacoli, concerti, esposizioni e anche punto di ritrovo per chi vuol fare una partita a carte riparato dal rigido freddo dell’inverno.
Intanto tra pochi giorni, il 31 maggio, scadrà un bando del Comune rivolto ai curatori di mostre: sono già arrivate una quarantina di proposte che saranno scelte da una commissione di esperti per La Rocca. "A giugno poi – racconta Piccini – sarà inaugurata una mostra speciale, omaggio al vintage, con i manifesti degli anni ’70 e foto correlate, dalla politica alle sagre. "La cultura è legare il territorio alle capacità che ci sono" dice Piccini pronto a guardare al futuro ed annunciare: "Nel 2028 faremo una grande mostra su Francesco di Valdambrino, omaggio al grande artista allievo Jacopo della Quercia". La sfida è valorizzare le eccellenze che ci sono state e ci sono ancora. "Qui abbiamo quella che io chiamo ’natura naturata’ - continua l’assessore – . La natura vera. Il Chianti è imbellito, qui non c’è niente di imbellito, è un territorio ruspante che piace alla gente perchè è autentico". E annuncia l’ippovia sul percorso di Santa Caterina che sarà inaugurato il 26 giugno. Ma è quando apre il grande portone del Palazzo Del Marchese Bourbon del Monte che gli occhi dell’assessore si illuminano. Un edificio meraviglioso custode di una antica storia che ha solo voglia di essere raccontata. "Il restauro è dentro il finanziamento Enel" dice Piccini. La gabbia esterna e le impalcature interne indicano che la fase di ripulitura è già iniziata. "Questo grande intervento ci permetterà di recuperare il centro storico – prosegue – . Abbiamo tutte le distinte delle opere portate a Firenze nel 1736. Vorrei fare una serie di convegni con la partecipazione della comunità perchè questo Palazzo è sempre stato visto da lontano dalla gente di Piancastagnaio, prima perchè era nobiliare, poi è stato chiuso". Una memoria che sarà valorizzata per tornare ad essere uno dei fiori all’occhiello di Piancastagnaio.