
Il film "La cosa migliore" di Federico Ferrone, vincitore del Sanese d'Oro, esplora la ricerca di senso e identità di un adolescente smarrito. Un'opera intensa che affronta temi complessi e suscita riflessioni profonde.
Un’intensa storia di ricerca di senso e identità. ‘La cosa migliore’, il film per il quale Federico Ferrone ha ricevuto il Sanese d’Oro del Terra di Siena International Film Festival, per la miglior regia, esce in questi giorni in tutte le sale italiane. Prodotto da Simone Bachini, il film racconta la storia di Mattia, un adolescente smarrito, che ha abbandonato gli studi e lavora in fabbrica dopo la morte del fratello, di cui si sente responsabile, e del suo incontro con Murad, un collega marocchino. Sarà il fratello di quest’ultimo a guidare il protagonista, interpretato da Luca Zunic, in un percorso di conversione all’Islam. Un film intenso, che affronta temi complessi, che vuol far discutere, riflettere, senza luoghi comuni, ponendo al centro della scena la storia di un adolescente rimasto privo di riferimenti, solo, che decide di abbracciare una religione diversa nella convinzione di trovare lì risposte che non trova altrove. Una storia che ha saputo toccare i membri della giuria che assegna ogni anno il Sanese d’Oro, simbolo del festival che riprende la medaglia dell’antica Repubblica di Siena. Una giuria composta da studenti universitari, proprio per rappresentare quel profondo legame tra la città e le università con le quali vive da sempre una profonda simbiosi culturale. "Gli studenti hanno scelto questo film – spiega Maria Pia Corbelli, fondatrice del festival Terra di Siena – perché parla di temi che li riguardano. Perché ha messo in risalto la fragilità dei giovani di oggi, che senza riferimenti in grado di ascoltarli si sentono sempre più smarriti. Un tema importante, per capire cosa succede nel mondo dei giovani. Ogni film presentato quest’anno al nostro festival, diciassette titoli, aveva un messaggio che parlava della nostra società. Come del resto accade ogni volta per i film prodotti da Bachini, perché il suo è un cinema che cerca sempre di lasciare uno spunto in questo senso. Questo film affidato a Ferrone colpisce lo spettatore. Commovente, forte, intenso".
Il Terra di Siena conferma quindi la sua idea di cinema, maturata nell’arco di ventotto edizioni, sempre alla ricerca di quelle storie che non finiscono con i titoli di coda ma continuano a vivere nelle riflessioni e nelle emozioni che sono in grado di suscitare nel pubblico seduto in sala.
Riccardo Bruni