PAOLA TOMASSONI
Cronaca

La beffa Superbonus: "Non si può cambiare la legge, le imprese rischiano di chiudere"

Marchettini, presidente Ance, contro i crediti spalmati in dieci anni "Operazione retrodatata, le aziende hanno programmato su quei soldi. Per il Governo è un’emorragia, la mossa è da Repubblica delle banane".

La beffa Superbonus: "Non si può cambiare la legge, le imprese rischiano di chiudere"

La beffa Superbonus: "Non si può cambiare la legge, le imprese rischiano di chiudere"

"Pur capendo i motivi del Governo e coscienti del fatto che il superbonus è un’emorragia, non si può cambiare una legge con un’operazione retrodatata, che va a modificare il recupero dei crediti già presenti nei cassetti fiscali e sui quali le imprese hanno fatto piani finanziari pluriennali. E’ roba da Repubblica delle banane", dice Giannetto Marchettini, presidente della Cassa Edile e di Ance Siena, associazione che riunisce i costruttori edili.

La reazione è chiara e la posizione contraria alle dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, in Commissione Finanza del Senato ha annunciato ‘l’obbligo di spalmare i crediti derivati dai lavori di superbonus su un periodo di dieci anni’. Il tutto per alleggerire il carico del debito statale nel 2024 e negli anni successivi, spostando il peso più avanti nel tempo.

La strada intrapresa dal Mef troverà diversi ostacoli, con Ance e anche Abi pronte alla lotta contro una svolta legislativa che mette a rischio quella grande fetta dell’economia italiana che negli ultimi tre anni ha viaggiato a gonfie vele grazie alle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare. "Capiamo il contesto – ripercorre il presidente Marchettini -: per lo Stato il superbonus si è rivelato un boomerang, con le mancate riscossioni che gravano sul bilancio, ma c’è stata una legge che ha attivato lavori e prodotto crediti fiscali, senza la quale quei lavori non sarebbero stati fatti. Anche nella nostra realtà ci sono cantieri aperti, la maggior parte in dirittura d’arrivo, con crediti già asseverati e nei cassetti fiscali. Ci sono tante imprese che contano su quei crediti per le attività in corso e i piani finanziari dei prossimi anni. Poi, da un giorno all’altro, arriva il Ministero e dice che quei crediti devono essere spalmati in dieci anni. Cambia tutto".

La situazione attuale del comparto edile, ma anche di chi ha acquistato i crediti, dunque banche e finanza, è ancora più complicata: "Ci auguriamo che il ministro Giorgetti si riferisca ai lavori nuovi, ai prossimi – ancora Marchettini – e non a quegli interventi già fatti, in parte in corso, con crediti fiscali già asseverati. Un’operazione retrodatata sarebbe gravissima. Il superbonus è stato una sciagura e chi ne ha approfittato con operazioni speculative è da perseguire, ma non si possono ora penalizzare le imprese e i finanziatori che hanno agito nel rispetto di una legge. Se l’obbligo di spalmare i crediti su dieci anni sarà per tutti, per i nuovi e per i vecchi interventi, allora faremo opposizione. Anche perché nel frattempo l’Europa ci dice che bisogna adeguare il patrimonio immobiliare e dal 2030 fare case green: si tratta di interventi il cui costo in alcuni casi supera il valore dell’abitazione. E’ una beffa. Il Governo piuttosto metta mano a un piano-casa di lungo termine".