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La battaglia del cuore. Il Tar respinge il ricorso del professor Chiavarelli. Restano le due Unità

Il direttore della Chirurgia del cuore e dei grossi vasi chiedeva l’annullamento della delibera del Policlinico di fine gennaio. Bocciato anche il risarcimento dei danni patrimoniali e di immagine.

La battaglia del cuore. Il Tar respinge il ricorso del professor Chiavarelli. Restano le due Unità

La sentenza del Tar della Toscana è stata pubblicata il 17 ottobre, nel bel mezzo della polemica sui trapianti e della controffensiva del Policlinico. Una coincidenza temporale, ma non è troppo azzardato ipotizzare che molti dei malesseri e degli "attacchi interni", per usare la definizione del direttore generale Antonio Barretta, siano stati generati dallo ’spacchettamento’ dell’Unità operativa complessa di Cardiochirurgia. Conseguenza delle vittorie al Tar e al Consiglio di Stato del professor Mario Chiavarelli, che hanno imposto all’azienda ospedaliero-universitaria di reintegrare alla direzione dell’Unità operativa il professore sostituito. Sarebbero da ricordare anche i motivi della guerra legale tra Policlinico e professor Chiavarelli, il duello sui dati della mortalità e delle fughe di pazienti dall’ospedale, ma non è questa la sede.

Il punto di partenza è la delibera del direttore generale Barretta del 26 gennaio di quest’anno, nella quale si fa rivivere l’Unità operativa Chirurgia del cuore e dei grossi vasi, affidandone la direzione, come da sentenze, al professor Chiavarelli fino al 26 gennaio 2028. Si sopprime l’Unità operativa semplice autonoma di Chirurgia dei grossi vasi, con la revoca della direzione affidata al professor Eugenio Neri. La revoca della direzione dell’Unità operativa arriva anche per il dottor Gianfranco Montesi, ma si crea l’Unità operativa ’Terapia chirurgica dell’insufficienza cardiaca e trapianto di cuore’ a direzione ospedaliera, tutelando l’équipe del dottor Montesi.

La delibera è stata impugnata dal professor Chiavarelli, perché convinto di avere avuto la direzione di un’Unità operativa più ’leggera’. E, interpretando in modo estensivo la sentenza del Consiglio di Stato che lo aveva reintegrato al suo posto, ha chiesto la direzione di tutta la Cardiochirurgia. Non solo: il professore ha chiesto anche il risarcimento di danni patrimoniali, per la differenza di stipendio, e non patrimoniali come danno all’immagine e alla reputazione visto che si sentiva "demansionato e in una collocazione professionale vessatoria".

Naturalmente il ricorso del professor Chiavarelli era contro l’azienda ospedaliero-universitaria e contro l’Università, che si sono costituite in giudizio, definendo infondata la domanda di annullamento della delibera del direttore generale. Il Tar della Toscana ha respinto il ricorso del professore, giudicando infondata la sua domanda di nullità e annullamento della delibera del 26 gennaio. Per i giudici amministrativi la direzione dell’azienda ha l’autonomia insindacabile di istituire unità operative ad hoc per migliorare il servizio offerto alla collettività. Effetto centrato, visto che ora è il centro di riferimento regionale per l’impianto di dispositivi di assistenza ventricolare. "Scelte organizzative insindacabili" secondo il Tar, che ha anche respinto la richiesta di risarcimenti "per la mancata dimostrazione del danno patito". Il professor Chiavarelli potrà ricorrere al Consiglio di Stato per il suo ricorso respinto.

P.D.B.