
di Laura Valdesi
SIENA
Il nodo del giudice è stato sciolto: ad occuparsi della maxi-udienza preliminare sugli affari del re di Piazza del Campo, il magnate kazako Igor Bidilo, e sugli investimenti da lui compiuti anche a Firenze nel settore della ristorazione attraverso ’Sielna’ di cui era azionista di maggioranza (80%) sarà il gup Jacopo Rocchi. A fine febbraio il pm Siro De Flammineis, che ha condotto l’inchiesta, aveva chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Bidilo e di altri 12 imputati, oltre che di cinque persone giuridiche. Adesso è stata fissata la data dell’udienza: sarà il 14 settembre alle 11.30 nell’aula di Assise visti i tanti imputati. Diciotto in tutto. Risultano parti offese Denis Milovidov, attuale amministratore unico di Sielna, la Camera di commercio di Siena e di Arezzo, il Ministero delle imprese e del made in Italy, il Comune di Firenze e la nostra polizia municipale. I reati che, a vario titolo, vengono contestati vanno dall’auto-riciclaggio all’infedeltà patrimoniale, dall’evasione all’appropriazione indebita, alla corruzione.
Caduto già il reato di associazione a delinquere quando era stata chiusa l’indagine e notificato il relativo avviso, il quadro resta comunque complesso. E certo proseguirà il braccio di ferro con le difese. A partire dall’avvocato Carlo Arnulfo che assiste Igor Bidilo per cui resta la contestazione dell’auto-riciclaggio. Sono stati ricostruiti i movimenti compiuti per cifre enormi, parte delle quali arrivate appunto in città. Si contesta a Bidilo un’evasione fiscale imponente, oltre 23 milioni per il 2014 e 12 milioni per il 2015. Il magnate risulterebbe, secondo le Fiamme gialle che hanno svolto gli accertamenti, azionista di maggioranza di due società entrambe con sede legale e fiscale fittizia nelle Isole Vergini britanniche anche se la Somitekno avrebbe avuto "una stabile organizzazione occulta a Tallin, in Estonia". Non sarebbero stati dichiarati i redditi prodotti e percepiti in questo Paese dalla società e i dividendi distribuiti alla controllante, la Portland. Realizzando pertanto un’evasione milionaria. I profitti di tale reato sarebbero passati poi ad una terza società con sede a Ginevra su un conto corrente. Il tutto serviva poi per attività economiche, imprenditoriali e speculative, sempre secondo la procura, "in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienze".
Indagando sugli affari di Bidilo sono finiti sotto inchiesta, a vario titolo, Cataldo Staffieri e Maxim Constantin Catalin, chiesto il rinvio a giudizio anche per il deputato di Fdi Salvatore Caiata , per il presidente della Camera di commercio Massimo Guasconi, per l’ex giudice della Corte dei Conti e già segretario generale del Comune di Siena e di Firenze Vincenzo Del Regno, per il vigile urbano Andrea Draghi, per il manager Andrea Bellandi (difeso dal figlio Michele e da Vincenzo Di Benedetto), per la moglie di Staffieri, di Maxim e di Caiata. Chiesto il giudizio anche per la madre del deputato. E per una dipendente del comune di Grosseto, Alessia Gaggioli, assistita da Massimiliano Arcioni, per presunto traffico di influenze insieme a Del Regno. Le persone giuridiche che saranno all’udienza del 14 settembre sono Sielna, Axia Service, Taica srl, Soluzioni srls e Cm investiment, le ultime due oggi denominate Opera service e Consulting.
Enorme il materiale utilizzato per l’inchiesta: testimonianze, intercettazioni, rogatorie internazionali, video e foto, querele e denunce , atti bancari e negoziali.