Hub per l’immigrazione clandestina smantellato a Siena: un 44enne in carcere

Individuato il tariffario delle prestazioni illecite: su 347 badanti registrate dalla società solo 58 lavoravano davvero

Guardia di Finanza (immagine di repertorio)

Guardia di Finanza (immagine di repertorio)

Siena, 20 marzo 2023 – Proseguono incessanti i controlli delle Fiamme Gialle Senesi, e questa volta nel mirino degli investigatori è finito un gruppo criminale di portata internazionale, il quale, per il tramite di una società operante nel settore dell’assistenza alla persona, oltre a collocare illecitamente sul territorio numerose “badanti”, aveva messo in piedi un vero e proprio hub dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ritenuto a capo di un'associazione per delinquere specializzata nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, un amministratore giudiziario di 44 anni, originario del napoletano ma residente a Chianciano Terme, in provincia di Siena, aveva continuato a lavorare nonostante fosse agli arresti domiciliari. L'uomo, uno dei tre arrestati dalla guardia di finanza nell'operazione 'Ghost Job' del 6 marzo scorso, è finito in carcere per aver violato gli obblighi che gli erano stati imposti dalla misura cautelare disposta dal gip di Siena, Jacopo Rocchi. Il provvedimento era scattato per l'amministratore e per altri due italiani attivi in una società di servizi alla persona che aveva creato un vero e proprio hub per favorire l'immigrazione clandestina.

Ai migranti erano applicate tariffe precise, dai 50 a 4 mila euro a seconda del servizio richiesto: erano inclusi la dichiarazione d'ospitalità, e l'assistenza nel rilascio e mel rinnovo dei permessi di soggiorno. Le misure cautelari nei confronti dei tre erano scattate quando gli investigatori avevano scoperto che erano pronti a scappare in Tunisia. Nell’ambito del controllo non è sfuggito agli investigatori l’ingente numero di lavoratori dipendenti della società, non commisurato alla sua effettiva struttura organizzativa. I finanzieri della tenenza di Montepulciano hanno scoperto infatti che l'uomo arrestato, già il giorno successivo all'esecuzione del provvedimento, aveva chiesto il pagamento a quattro famiglie, emettendo 4 distinte fatture per un totale di oltre 2.500 euro, corrispettivo del lavoro svolto da badanti per gli anziani congiunti.

Non solo: durante la detenzione ai domiciliari l'ormai ex amministratore aveva inviato un'email al commercialista della società per chiedergli di licenziare oltre 150 lavoratori già assunti come badanti e di assumerne di nuovi. Dalle indagini del Nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza di Siena, durate due anni, è emerso che su 347 badanti registrate dalla società, con base a Chianciano Terme, come dipendenti, solo 58 lavoravano davvero. Le altre, invece, si erano servite della società solo per ottenere documenti utili a rimanere in Italia. Del gruppo anche due collaboratori, un italiano e una donna georgiana che operava su Empoli. C'erano poi due reclutatori esterni d'origine africana. Due delle persone arrestate erano già note alla giustizia per una truffa sui rimborsi covid.