
Le rate dei mutui per acquisto e ristrutturazione delle abitazioni sono influenzati dal repentino rialzo dei tassi da parte della Bce teso a contenere l’andamento dell’inflazione. Questo comporta rate mensili più alte sui vecchi e nuovi mutui, un aumento mensile non è definibile in assoluto anche perché varia rispetto alla tipologia di mutuo scelto: in generale possiamo stimare su 100.000 euro di mutuo a 20 anni una differenza che può oscillare, rispetto al periodo in cui i tassi erano a zero o addirittura negativi, di circa 150200 euro al mese. Ne abbiamo parlato con il direttore generale di Banca Centro Toscana Umbria Umberto Giubboni.
Il problema riguarda soprattutto i mutui a tasso variabile, o no?
"Si, se lo vogliamo definire in generale. Non perché non lo sia in particolare per le famiglie che vedono crescere le rate ed erodere una parte del loro reddito disponibile, ma perché è diverso, ad esempio, per i mutui già in essere l’impatto complessivo del costo degli interessi a seconda della durata residua: più si è vicini alla scadenza finale e minore è l’incidenza totale dell’aumento. Per chi ha contratto un mutuo a tasso fisso o altri variabili come i mutui con cap, che rappresentano comunque una quota significativa sul totale, nulla o relativamente poco è cambiato".
Di quanto è stato l’aumento nel giro di sei mesi?
"Prendiamo ad esempio l’euribor: siamo passati da un euribor a tre mesi di poco superiore al 2% a fine anno scorso ad un euribor a tre mesi attuale intorno al 3.60% influenzato dalle attese sulle manovre monetarie delle banche centrali. Questi parametri contribuiscono in maniera rilevante alla formazione del tasso finito dei mutui".
Qual è la prospettiva?
"Prevedere il futuro in questo contesto macro economico e finanziario è un esercizio assai difficile, il rischio di essere smentiti il giorno dopo è molto alto. L’inflazione continua ad essere elevata, di conseguenza la politica accomodante delle banche centrali sta venendo meno riducendo liquidità nel sistema e aumentando il tasso di riferimento. Un prossimo aumento estivo sembra realistico dalle dichiarazioni degli esponenti delle autorità monetarie. Possiamo solo dire che con grande probabilità per un periodo abbastanza lungo sarà difficile rivivere la stagione dei tassi bassissimi od addirittura negativi. Certo la curva dei tassi troverà un suo assestamento anche al ribasso quando le banche centrali avranno raggiunto i livelli di tassi ritenuti necessari ed equilibrati a contenere l’inflazione verso i target ritenuti strutturali: per l’Europa, ad esempio, il 2% e comunque livelli tali da non generare una eccessiva contrazione dello sviluppo economico".
Sono diminuite nel frattempo le richieste di mutuo?
"Tassi più elevati, il carrello della spesa che sale inducono alla prudenza. Prudenza che, almeno dal nostro osservatorio, induce ad una richiesta più selettiva e molto ragionata".
Clienti hanno manifestato difficoltà e chiesto facilitazioni?
"Ad oggi il fenomeno è presente ma direi in misura fisiologica in relazione al contesto. Come Banca Centro Toscana Umbria, facente parte del Gruppo Bancario Iccrea, con le nostre 72 filiali, monitoriamo l’evoluzione consapevoli del ruolo di banca del territorio, mettendo grande attenzione sia sui clienti già mutuatari sia sulle forme tecniche per le nuove concessioni con plafond diversificati da adattare su misura alle esigenze e caratteristiche dei richiedenti".
Quali interventi per aiutare le famiglie?
"Non esiste una soluzione unica. Molto dipende dal tipo di mutuo sottoscritto, dalla tipologia del reddito familiare ed anche dall’orizzonte temporale. Proprio per questo è essenziale la relazione con il personale della rete commerciale per individuare la migliore soluzione personalizzata: forse una tra le possibili soluzioni da valutare, caso per caso, è l’allungamento della durata, ovviamente all’interno delle normative bancarie di riferimento".
Paola Tomassoni