"L’incontro organizzato da Cravos lascia sconcertati. Noi siamo per il dialogo, ma invitare relatori palesemente contrari a Israele, significa spingere verso una guerra eterna". Parola di Enrico Fink, presidente della Comunità ebraica di Firenze e Siena. Impegnato ieri nelle cerimonie ufficiali di commemorazione a Roma e a Firenze, Fink sottolinea: "Il compito di chi come noi è lontano dal fronte militare è cercare di favorire le ragioni della pace, che nasce dal riconoscimento dei diritti e delle ragioni dell’altro". Molto critico nei confronti dei relatori Alan Pappè e Giuseppe Flavio Pagano, perché "accusano Israele come recita il titolo stesso dell’incontro all’Università, ’J’Accuse’", Fink è categorico: "O si ragiona di pace o si fermentano prospettive di guerra. Giustamente l’Ateneo aveva vietato l’incontro – continua il presidente della Comunità ebraica di Firenze e Siena –. Abbiamo tutti il dovere morale di favorire la comprensione dell’altro contro i proclami guerrafondai". E ancora: "Certe idee non rappresentano tutta la città, ma solo chi non vuole ascoltare le ragioni della pace. Per fortuna tanti si impegnano a costruire e comprendere". Poi il messaggio rivolto a Cravos: "A questi ragazzi dico di considerare l’impegno morale a creare le basi per il dialogo e il ragionamento. Non fatevi irregimentare – le parole di Fink – in logiche che portano alla guerra e allo spargimento di sangue. Non c’è una parte che ha ragione e una che ha torto. Israele per la sua stessa esistenza non è un progetto coloniale: queste sono baggianate storiche".
Il presidente della Comunità ebraica chiarisce: "Io comprendo la causa della Palestina, infatti ritengo giusta la prospettiva di due popoli e due Stati, ma lo ribadisco: la pace, la prosperità e l’armonia si perseguono soltanto attraverso il reciproco riconoscimento, non perseguendo la strada dell’odio come invece si rischia di fare nell’incontro organizzato all’Università degli studi".
Nella giornata di ieri la comunità ebraica senese ha partecipato con una delegazione alle commemorazioni organizzate a Firenze, dal momento che la sinagoga è ancora chiusa per i lavori di recupero dopo i danni causati dal terremoto.