
Dal 7 aprile al 16 giugno Siena ospiterà la mostra ‘Visionari. Emanuele Giannelli’. Composta da opere e installazioni monumentali che popoleranno il centro storico e da un corposo nucleo di sculture allestite negli spazi espositivi Magazzini del Sale (Palazzo Pubblico), la rassegna porta in città uno tra gli artisti italiani più acclamati e conosciuti. La rassegna è suddivisa in due parti, la prima vede l’installazione all’aperto di gruppi scultorei monumentali. Il percorso inizia da Porta Romana, dove si trovano due Korf, giganti dell’altezza totale di cinque metri; a seguire, nella Loggia dei Papi è allestito un nucleo di sei Kiribati, ognuno alto 2,70 metri. Si tratta dei nomi dati da Giannelli alle sue opere che rappresentano figure umane e non. Nel Cortile del Podestà sono installati due Dizzy monumentali con i loro schermi digitali e il grande ‘Cacciatore di batteri’, la Torre Malvolti accoglie, su una delle sue pareti esterne, quattro esemplari di ‘Stati d’allerta’. A chiudere il percorso esterno la più grande installazione: una grande struttura in metallo di cinque metri di altezza per cinque metri di larghezza che ospita, posizionati all’interno di un tracciato geometrico cinque esemplari di Korf, a formare, tutti insieme, una sorta di enorme osservatorio del virtuale e dell’invisibile.
La seconda parte della mostra è totalmente allestita nei Magazzini del Sale, all’interno di Palazzo Pubblico, con accesso dal Cortile del Podestà dove, i visitatori, possono già vedere i due Dizzy e il Cacciatore di Batteri. Qui Giannelli ha costruito un percorso significativo attorno alle sue sculture più conosciute, a partire dal famoso Mr.Arbitrium, di cui si presentano due esemplari. A seguire un nucleo di Monkey, le scimmie-selfie in ceramica, i Totem Tooth, il mezzobusto in ceramica raku di Lady F., il gruppo di teste che formano l’opera Hovo Sapiens. Non mancano in questo allestimento Dominia, la donna eternamente connessa al suo telefonino, i Double skin, teste di uomo la cui caratteristica è quella di possedere una doppia pelle di cui spogliarsi con facilità per lasciare spazio ad una moderna mutazione. Giannelli ha titolato Self Portrait una testa di scimmia con le cuffie audio in testa, un “omaggio” ad una figura che è una via di mezzo tra un primate e l’uomo di Neanderthal.