
Un’immagine della Tratta dell’agosto 1997 nello scatto di Augusto Mattioli
Si riprende la rubrica con una suggestiva foto di Augusto Mattioli. Ed è un evidente ’colpo di coda’ dell’estate paliesca, ormai alle spalle, in attesa della prossima stagione. Un buon augurio. Primo di addentrarci nei singoli personaggi, ecco una inquadratura da una vista quasi unica: chi mai si potrebbe affacciare in quei momenti, ecco il momento magico e determinante della tratta.
I cavalli sono già allineati e non si aspetta che il responso inappellabile della sorte. Per chi scrive questo è il momento più emozionante dei quattro giorni. Perché è un atto scenico di bellezza corale. Dove anche la buona sorte, ovvero il cavallo buono, ti fa esultare ma non ti garantisce nulla di più. Magari chi è andato via a testa bassa sarà quello felice un inverno. La tratta è una scia che lascia il segno ma che mai ti avverte.
Ma inizia anche il lavoro delle dirigenze, che possono tentare di aggirare la fortuna, che non è mai dalla parte dei pigri o dei fatalisti. Le ghiandine rotolano dentro la gabbia, la mano dei piccoli è anonima e fuori da ogni peccato. I silenzi si contrappongono alle urla o ai più bassi mormorii. Una sinfonia scritta da un anonimo cronista che ha il potere di decidere tutto. E poi ci sono i barbareschi, o meglio, i dieci in montura che accompagnano il cavallo. Farne parte è un assoluto privilegio.
E pensare che quello è un ruolo puramente coreografico: eppure quanta bellezza nei riti che precedono la tratta, quanta emozione. Il sottoscritto ha avuto l’onore di andarci due volte, in due momenti differenti della vita e anche della storia della Contrada. Mentre nella prima occasione rispettai purtroppo il periodo nero del rione, nella seconda ebbi almeno l’onore di essere letteralmente portato in trionfo. La bellezza di vedersi assegnato il grande Berio fu un momento davvero emozionante, unico. Crederci è poi già essere a metà strada.
E io che avevo fatto? Niente, se non essere una sorta di medium verso la buona sorte, nel Palio ruolo che profuma già di gloria. La Contrada non vinse, non avevo santi dalla mia e nemmeno sconti né possibili alibi, ma non dimenticherò mai quei momenti, il sogno premonitore, le parole del capitano, il bacio al cielo per ricordare un amico che non c’era più. La tratta è questo: tutti sogni stretti in una mano. E poi dicono che il Palio è una corsa di cavalli.