REDAZIONE SIENA

’Guerra delle antenne’ Il Comune batte ancora le emittenti televisive. Niente risarcimento

La Corte d'Appello di Firenze ha confermato la sentenza di primo grado che ha escluso l'obbligo per il Comune di Siena di risarcire le emittenti televisive regionali per la rimozione delle antenne dai tetti. Una battaglia legale durata 17 anni che ha portato alla definitiva parola fine sulla vicenda del progetto innovativo "Siena città cablata".

Siena città cablata non si tocca. Una grande innovazione di respiro internazionale che ha consentito ai senesi di eliminare le antenne dai tetti e dai palazzi storici, ricevendo il segnale attraverso la fibra ottica. Un progetto che nei primi anni 2000 ha dato lustro a Siena e a Telecom. Ma è stato al contempo caratterizzato da un braccio di ferro legale, ribattezzato la ’guerra delle antenne’ dai senesi, che ha visto confrontarsi una serie di emittenti televisive regionali da un lato e il Comune di Siena dall’altro. Una battaglia davanti ai giudici iniziata nel 2006 e che ha vissuto vari passaggi, fino alla decisione del Consiglio di Stato che aveva respinto le tesi del ministero e delle emittenti che avevano vinto inizialmente al Tar.

Non è finita qui. Perché c’è stato un ulteriore braccio di ferro, conclusosi di recente, con la decisione della prima sezione civile della Corte d’appello di Firenze che ha confermato integralmente la sentenza di primo grado, condannando in solido le emittenti che erano ricorse al giudice contro il Comune di Siena, difeso dall’avvocato Fabio Pisillo, a liquidare le spese di giudizio. Dunque nessun risarcimento danni (milionario) da parte di Palazzo Pubblico qualora le antenne tolte da anni e anni non fossero state ad esempio ripristinabili.

Ad avviso della Corte le ragioni dell’appello non sono fondate. In esso si metteva nel mirino anche la consulenza tecnica a suo tempo espletata che viene invece considerata dai giudici del tutto esaustiva e svolta secondo le regole, per cui non deve essere rinnovata. Si rimarca, tra l’altro, che c’è stato un corretto rapporto fra il consulente e quelli delle parti anche relativamente al materiale preso anni fa all’ispettorato della Toscana del Ministero dello sviluppo economico e correttamente esibito. Come si ricorderà, nella sentenza di primo grado era stato escluso che fosse indispensabile l’ok del ministero per la rete Hfc che utilizzava apparecchi Head End come quelli attivati per Siena cablata. Rigettate anche le altre richieste contenute nell’appello delle emittenti attingendo alla correttezza sempre del pronunciamento di primo grado dove l’intervento del Comune era stato considerato lecito e, di conseguenza, non si erano dovute rimettere le antenne sui tetti e risarcire le parti, smettendo (come invece chiesto) di prendere e ripetere i programmi di queste ultime.

Potrebbe dunque essere questa, dopo 17 anni dall’inizio della querelle legale, la definitiva parola fine sulla vicenda che vedeva al centro il progetto innovativo, primo in Italia e grazie al quale oltre 20mila famiglie senesi vedono la tv grazie al cavo.

La.Valde.