
L’amministratore delegato di Gsk Vaccines Italia, Ennio De Gregorio, con l’assessore regionale per il diritto alla salute Simone Bezzini
Siena, 20 ottobre 2023 – Achille Sclavo in ologramma che appare seduto nella sua scrivania originale, aree tematiche con testimonianze d’epoca e foto suggestivi, approfondimenti multimediali, oculus per affrontare viaggi virtuali nei laboratori, microscopi elettronici per studiare l’infinitamente piccolo, perfino giochi interattivi. Non chiamatelo museo, la definizione fa alzare le sopracciglia di tutti i manager di Gsk, a partire dall’ad Ennio De Gregorio. Il ’Siena vaccine science centre’, inaugurato ieri in uno dei tanti spazi sulla collinetta della scienza, che nel 1904 fu scelta da Achille Sclavo come sede del suo Istituto sieroterapico e Vaccinogeno Toscano, è un simbolo, una porta aperta, per la città, per i giovani e per chiunque voglia, sulla storia della scienza. Quella dei vaccini in particolare, che in tempi di pandemie e di nuove malattie infettive sono diventati un totem, da adorare o da abbattere per certi settori.
A riassumere efficacemente il senso del centro vaccini, le parole dell’ad Gsk, De Gregorio: "Perché apriamo alla città la nostra cittadella della scienza? Intendiamo raccontare il sito senese e di quello di Rosia. Vogliamo spiegare alla comunità il motivo del nostro orgoglio per quello che facciamo. I vaccini sono la misura più efficace per contrastare e debellare le malattie infettive. Lo abbiamo visto contro il Covid: senza di essi non saremmo usciti dal lockdown e avremmo pagato costi molto più salati per la pandemia. Purtroppo l’impatto che i vaccini possono garantire rischia di non essere sfruttato in pieno per un clima di sfiducia presente in settori minoritari della società. Ecco perché facciamo vedere come si fanno, anche per togliere ogni dubbio".
Difficile pensare a un ’no vax’ che entri nel nuovo centro, più facile ipotizzare che se tanti ragazzi e giovani visiteranno quelle stanze, giocheranno con i microscopi e con gli oculus , da grandi non crederanno alle scemenze pericolose di microchip nelle siringhe dei vaccini o manipolazioni genetiche complottiste. Gsk Vaccines ci teneva al fatto che all’inaugurazione fossero presenti tutte le istituzioni. C’erano tutti, dall’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini alla coppia di assessori comunali Michele Capitani e Lorenzo Lorè, a Donata Medaglini, delegata del rettore dell’università., Carlo Rossi e Marco Forte, vertici della Fondazione Mps, Giuseppe Gugliotti, sindaco di Sovicille, territorio dove sorge Gsk Rosia. Non poteva mancare Rino Rappuoli, per oltre 40 anni scienziato e amministratore delegato dell’azienda di via Fiorentina, dalla Sclavo a Chiron, da Novartis a Gsk, che per primo ha avuto l’idea del centro. Né Fabrizio Landi e Andrea Paolini, presidente e direttore di Fondazione Tls.
Più degli ospiti illustri, il centro sulla scienza dei vaccini è una ’medaglia’ sul petto dei dirigenti Gsk. Da Lorenzo Tarli a Duccio Mattii, passando per Anna Prugnola che ha rivelato "i viaggi per visitare gli altri musei scientifici prima di aprire il centro. L’obiettivo era diffondere la cultura della scienza dei vaccini, aprire questa cittadella che per decenni è stata obbligatoriamente chiusa per ragioni sanitarie e scientifiche, alla città e ai giovani. Provando a farli divertire educandoli con microscopi elettronici, visori e studi sull’infinitamente piccolo".
Niente marketing né scopi promozionali, il centro sulla scienza dei vaccini, affidato alla Fondazione Achille Sclavo, guidata da ex dipendenti, vuole raccontare la storia unica di una città diventata capitale della vaccinologia nel mondo. Partendo da Achille Sclavo, passando per Albert Sabin e il suo vaccino antipolio, arrivando a Rappuoli e a tutti gli scienziati e manager che hanno alimentato il mito e la crescita della collinetta della scienza.