Chianti Classico terra regina del vino e… dell’energia autoprodotta. E’ stata istituita la Comunità Energetica di Gaiole in Chianti. Ciò - come si vede dallo statuto - comporterà risparmi in bolletta per gli aderenti, incentivi, grandi benefici per l’ambiente. E Gaiole, guardando ai numeri, è già considerata in tal senso un "faro" (è proprio il caso di dirlo) in Italia.
Sindaco Michele Pescini, in quanti hanno risposto al bando?
"Abbiamo registrato ben 130 domande in via iniziale. Sono tante per un piccolo comune come il nostro, che conta 2500 abitanti. Bisogna considerare che dietro ogni singola domanda ci sono famiglie e imprese".
Poi siete riusciti ad istituire la Comunità Energetica?
"Sì, abbiamo il consiglio direttivo ed 80 soci fondatori, quindi il numero ha tenuto. Ed è un numero importante se consideriamo appunto due cose: l’essere come detto piccolo comune, ed avere ad oggi in corso ulteriori domande di adesione. Dico subito che nell’orbita ci sono adesso importanti aziende, anche del mondo vitivinicolo".
Si sente parlare di Comunità Energetica da varie parti ormai, però in effetti il rapporto tra fondatori ed abitanti è importante.
"Sembra essere in tal senso il risultato più clamoroso a livello regionale".
Lei come sindaco nei suoi mandati ha insistito molto sul tasto identità-comunità. Questo è un risultato sostanziale?
"Sì lo è. E’ un modo importante di fare comunità. E’ altresì un modo per tenere alto il livello di salvaguardia ambientale del Chianti e allo stesso tempo non vivere in una realtà ingessata. La Comunità Energetica è istanza che fa parte anche del Piano Strutturale".
A livello di infrastrutture che cosa potrà comportare?
"Intanto la previsione concreta di impianti fotovoltaici sulla palestra, sul bocciodromo, sul magazzino comunale, ed anche - cosa che è al vaglio - su altri edifici periferici".
Per i cittadini e le imprese, quali vantaggi?
"Si generano incentivi, si possono ridistribuire risorse, molti risparmi in base a ciò che si può produrre. Ho visto adesione entusiasta al progetto, segno che come guida pubblica a questo progetto stesso siamo stati altamente credibili".
Ma che cosa è tecnicamente una ‘Cer’, Comunità Energetica Rinnovabile?
"E’ è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una ‘Cer’ l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia".
Andrea Ciappi