
di Roberto Borgioni
SIENA
Un altro messaggio d’amore e di speranza per papà Alex che, alle Scotte, lotta per la vita. Una dedica postata su Instagram dal figlio Niccolò Zanardi, durante una serata trascorsa a Castiglione della Pescaia insieme alla fidanzata: "Papà, questa serata è per te, e quando tornerai ne faremo un’altra. Un ringraziamento speciale a coloro che mi stanno accanto in questi giorni difficili, grazie di cuore". E’ un nuovo, forte segnale di affetto da parte del figlio di Zanardi, che aveva già pubblicato altri post. Alex Zanardi, peraltro, è cittadino onorario dal 2012 di Castiglione della Pescaia, dove possiede una villa della seconda metà del ’900 sul lungomare.
Ma quella del figlio Niccolò non è certo l’unica dimostrazione di vicinanza al campione finito contro un camion con la sua hand-bike e tuttora in coma farmacologico all’ospedale di Siena. Una testimonianza e un incoraggiamento significativi arrivano da Luca Panichi, 51 anni, perugino, ex ciclista costretto sulla sedia a rotelle dopo un grave incidente durante il Giro dell’Umbria del 1994 che lo ha privato, da allora, dell’uso delle gambe. Ma Panichi, proprio come Zanardi, non è mai arreso ed è diventato famoso come lo ’scalatore in carrozzina’. Negli anni, spingendo con la sola forza delle braccia, ha conquistato le vette più imperrvie del Giro d’Italia, dallo Stelvio alle Tre Cime di Lavaredo fino al Blockhaus e al terribile Zoncolan. E ora Panichi, in un’intervista concessa all’edizione Umbria de La Nazione, ’spinge’ Zanardi . "Abbiamo due scelte davanti alle difficoltà: o rammaricarsi e piangersi addosso, oppure guardare avanti e trovare le motivazioni per superare i propri limiti. Con Zanardi, oltre alla passione per lo sport condividiamo valori e obiettivi, spero superi anche questa sfida. il vero limite è dentro di noi. Siamo un esempio perchè manifestiamo la serenità interiore di fronte a una condizione che invece spaventa. La vita va vissuta fino in fondo con le giuste motivazioni, dando sempre il meglio di se stessi".
Qual è la prima cosa che ha pensato quando ha saputo dell’incidente di Zanardi? "Penso che il destino non c’entri nulla, perchè vorrebbe dire che c’è qualcuno che come regista non sta lavorando bene. Nella vita purtroppo gli incidenti possono accadere, ma questo poteva essere evitato... Zanardi stava partecipando a una manifestazione ufficiale, si doveva prevedere una tutela diversa. Se ci fosse stata prevenzione, quel Tir non sarebbe mai passato di lì".
Anche i tifosi della Lazio, prima della partita di sabato sera contro il Milan, hanno appeso uno striscione a Ponte Milvio, a poche decine di metri dallo stadio Olimpico. Inequivocabile il messaggio: ’Alex non mollare’. E intanto dalle Scotte, dove Zanardi viene sempre tenuto in coma farmacologico dopo il secondo intervento alla testa, continuano a non essere emessi bollettini medici di aggiornamento. Ciò significa, di fatto, che le condizioni del paziente rimangono sempre molto gravi ma che restano stazionarie.