"Draghi chieda una proroga, lo Stato resti in Mps"

Dal sindaco De Mossi al senatore Mallegni (Fi), fino al governatore Giani: la politica domanda più tempo per il futuro della banca

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SIENA

Dalle richieste di proroga della deadline di Capodanno a quelle di una ricapitalizzazione a carico dello Stato per far correre da sola la banca. Fino alle rivendicazioni di chi, dalla prima ora, si era messo di traverso al matrimonio tra Mef e Unicredit. Dopo il colpo di ieri, il sismografo della politica ha fatto registrare una raffica di scosse d’assestamento. Tutte in formato dichiarazione, cinguettio Twitter o via Facebook. Il primo a lanciare un appello al premier Mario Draghi è proprio il sindaco Luigi De Mossi. "Non sarebbe uno scandalo se Draghi, grazie alla sua autorevolezza, chiedesse all’Europa una proroga per la permanenza dello Stato in Mps. Banca Mps è un patrimonio non solo di Siena, ma dell’Italia. Draghi e Franco hanno le competenze per interloquire con l’Europa e trovare soluzioni. Quanto a Unicredit penso che il problema principale sia stato che fosse l’unica ipotesi, invece si dovevano perlomeno cercare altre soluzioni, dalla public company alla banca regionale tanto per citarne alcune".

A togliersi un sassolino dalla scarpa è il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni. "Se oggi siamo a discutere di Mps e della possibilità di Siena di riuscire a salvare il salvabile é grazie all’impegno del sindaco De Mossi. Prima si è salvata la banca con 6,4 miliardi di euro e poi adesso UniCredit chiede 7 miliardi, tra tax credit, cancellazione dei crediti deteriorati e ammortizzatori sociali per acquistare. Questo non significa acquistare qualcosa ma chiedere un regalo. Non possiamo certo accettare che al Pd venga permesso di fare ancora una volta carne di porco di Mps. Sfidiamo gli altri partiti presentando una mozione parlamentare per evitare questa fuoriuscita di miliardi degli italiani per favorire una banca che oggi ha come suo capo il signor Padoan e quindi il Partito Democratico". Manuel Vescovi della Lega stuzzica Enrico Letta. "Letta tace, ma Mps è sempre più in bilico e in gioco ci sono migliaia di posti di lavoro". A stretto giro arriva la replica del segretario Dem. "L’impressione - dice Letta - è che Unicredit pensava di partecipare a una svendita e invece il ministero è stato assolutamente corretto: aveva preso impegni di valorizzazione del patrimonio e del territorio e del più antico marchio di banca del mondo. Non si poteva avere una svendita. Adesso c’è bisogno di avere più tempo nel rapporto con l’Europa per avere altre opzioni sul tavolo".

Con il ministero anche il governatore Eugenio Giani. "Il Monte dei Paschi di Siena ce la può fare, senza dover essere incorporato in altra banca. Condivido la scelta del Governo su Mps: in questo momento sta vivendo una fase positiva dal punto di vista dei conti, sia la semestrale che ha portato a piu’ di 200 milioni di utili, sia gli indicatori che abbiamo ci dicono che il tempo non è rinvio, ma possibilità di vedere consolidati dati positivi che la banca nell’andamento ordinario sta raggiungendo e quindi di scegliere un momento in cui questo consolidarsi dei risultati utili puo’ portare accanto all’autonomia la prospettiva di sviluppo". Resta la preoccupazione per il limbo del dopo rottura per il coordinamento della Rsa di Mps. "Oggi, dopo 3 mesi di trattativa e con un breve comunicato congiunto, Unicredit e Mef hanno comunicato l’interruzione dei negoziati. Null’altro viene chiarito circa le prospettive strategiche del Gruppo MPS e dei suoi 21mila lavoratrici e lavoratori in vista anche delle scadenze dei vincoli di fine anno. Chiediamo allo Stato azionista un intervento urgente a tutela dell’integrità e del futuro di Monte dei Paschi". Una proroga viene chiesta dalla presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, Carla Ruocco e dal deputato del Movimento 5 Stelle, Davide Zanichelli. Tempi da far slittare anche per il deputato di Leu, Stefano Fassina. "È necessario fare quanto una larghissima maggioranza del Parlamento ha indicato da tempo, ossia che il governo comunichi alla Commissione europea il rinvio della scadenza di fine anno".