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De Grandi, il sogno è realtà: "Da piccolo vedevo la corsa in televisione, ora sono qui. Dedico questo Cencio a Siena"

L’artista palermitano ha ringraziato anche le sarte locali che hanno contribuito alla rifinitura "Più emozionato di quanto pensassi", confessa. Le Contrade sono la piantina della città.

L’artista palermitano ha ringraziato anche le sarte locali che hanno contribuito alla rifinitura "Più emozionato di quanto pensassi", confessa. Le Contrade sono la piantina della città.

L’artista palermitano ha ringraziato anche le sarte locali che hanno contribuito alla rifinitura "Più emozionato di quanto pensassi", confessa. Le Contrade sono la piantina della città.

di Laura ValdesiSIENA"Un amore cominciato in differita, alla televisione. Poi è passato dagli studi di storia dell’arte per cui la scuola senese diventa un centro irrinunciabile. Quindi la mitologia del Palio. Non mi sarei mai immaginato che dal divano di casa dei miei, nei caldi pomeriggi di tanti anni fa quando guardavo la corsa, potessi un giorno trovarmi qui. Addirittura come autore del Drappellone. E’ davvero un sogno", ammette Francesco De Grandi. Che ringrazia in avvio il sindaco "per avermi coinvolto in questa esperienza che è molto più emozionante del previsto, avevo fatto male i calcoli. Ringrazio tutta la città perché celebra con me questa opportunità. Ho fatto un Cencio per la gente, per Siena, cercando di trasmettere un’emozione che parte da lontano, da quando da bambino appunto seguivo il Palio in televisione. Conserverò la vostra Festa nella memoria per il resto dei miei giorni, sarà un’esperienza unica".

Ha dipinto un Palio per finestre, che evoca polittici e predelle delle pale d’altare, quindi la parte onirica che caratterizza la sua arte. "Ho giocato un po’ in casa perché nel mio lavoro esiste, a prescindere da questa commessa. Non è stata una forzatura. La cosa meno difficile, rispetto alla segretezza e alle attenzioni che ruotano attorno al Palio. La parte iconografica è venuta naturale".

Un Palio dedicato ai senesi, ha detto. "Esatto. Ed un’emozione che ha superato le aspettative, onestamente". La Vergine Assunta ha il volto di una donna mediterranea, di una donna moderna. "E’ una donna reale. Un’attrice che ha posato per me. Si chiama Simona Sciarabba. Ed è l’innestare, come sempre nel mio lavoro, qualcosa di contemporaneo in un impianto che in qualche maniera rispetta la tradizione pittorica".

Il riferimento al Giubileo è rappresentato dal ciondolo al collo a forma di ancora che ne è uno dei simboli. "La responsabilità che mi sono preso è di rappresentare questa Madonna non più in termini passivi ma come una donna che va all’appuntamento della sua vita. La Madonna è una presenza fondamentale, l’ho voluta rappresentare così per dare una potenza alla sua figura".

Un grande applauso è stato fatto anche alle sarte che hanno rifinito il Palio raccordando le varie parti con passamaneria dorata, chiudendo la parte inferiore con tessuto damascato. "L’idea di completare il Drappellone con l’intervento del cucito e delle maestranze locali è stato bellissimo. Fin dall’inizio avevo previsto l’inserimento della passamaneria, poi abbiamo concordato su mio disegno ma confrontandomi molto con loro. Un lavoro che ho visto per la prima volta. Non mi hanno mandato neppure le foto per paura che uscisse qualche informazione!".

I cavalli sembrano volare su Piazza del Campo. "Il pensiero che avevo fatto era di una contrapposizione fra la dimensione sacrale, come quella della Madonna a cui è dedicata la corsa, e terrena che diventa febbrile, quasi dionisiaca della Carriera. Allora ho pensato di unire questi due momenti. Come se la Vergine facesse scendere una pioggia di stelle dorate che diventano i cavalieri. Un escamotage tecnico per evitare di connotarli".

Altri dettagli a cui tiene particolarmente. "Aggiungo solo che è stato molto bello dipingere l’araldica delle Contrade, restando aderente. Non ho fatto i colori perché non mi andava di fare un Drappellone variopinto, restando fermo sulle immagini dell’araldica appunto. Mi piaceva l’idea che le Contrade fossero una sorta di planimetria della città, si aprono sotto il suo skyline, come se una piantina. Non so magari se le ho messe nei posti giusti".