REDAZIONE SIENA

Dalla Rete un valido supporto rivolto alle vittime. Il Codice Rosa: "Solo il 15% denuncia, il 65% tace"

Accanto alle istituzioni a cui è demandato il difficile compito di prevenire e, purtroppo, reprimere, vi è la Rete,...

Accanto alle istituzioni a cui è demandato il difficile compito di prevenire e, purtroppo, reprimere, vi è la Rete,...

Accanto alle istituzioni a cui è demandato il difficile compito di prevenire e, purtroppo, reprimere, vi è la Rete,...

Accanto alle istituzioni a cui è demandato il difficile compito di prevenire e, purtroppo, reprimere, vi è la Rete, un sistema di supporto per le vittime di violenza, composto da centri antiviolenza, organizzazioni non governative e servizi pubblici che offrono servizi gratuiti di accoglienza, sostegno psicologico, consulenza legale e tanto altro a chi si trova a essere vittima.

Una volta che però la prevenzione ha fallito, allora intervengono la Rete e i Servizi Assistenziali per le vittime. La dottoressa Arianna Giannelli, che lavora in stretta collaborazione con i servizi sociali locali, ha spiegato come funziona il Sesus, il Sistema Emergenza Urgenza Sociale della Regione Toscana: "Noi gestiamo oltre il 70% della popolazione – spiega Giannelli –. Il nostro intervento avviene in situazioni di emergenza, non effettuiamo prevenzione. Spesso accade di intervenire all’interno delle scuole, dove è importante l’integrazione con tutti i soggetti della Rete".

Un ruolo importante è svolto anche dal Codice Rosa, un’idea innovativa nata proprio in Toscana: "Una commissione parlamentare nel 2021 – spiega Giovanna Abate, dirigente medico – ha fatto un’indagine sul femminicidio: solo il 15% denuncia, il 65% non ne parla con nessuno. Le donne hanno paura perché viviamo in una società che le colpevolizza. Un altro dato è che molte donne non lavorano o non hanno un conto economico personale – continua –. Poi solo il 7% degli autori di violenza viene assolto per ‘vizio totale di mente’, non parliamo di raptus. Il 50% degli autori di violenza presi in considerazione ha ucciso la mamma".

Tra i soggetti che si occupano della violenza di genere c’è anche l’Associazione Amica Donna: "Operiamo nel territorio da 23 anni – spiega la dottoressa Elena Cencetti, vicepresidente dell’associazione –, siamo un centro anti violenza. Accogliamo le donne che decidono di rivolgersi a noi perché vittime di violenza di genere. Quest’anno accolto 55 donne nei nostri comuni, e 765 da quando siamo nate. Numeri non piccoli per la nostra realtà".