REDAZIONE SIENA

Corteo dei Ceri e dei Censi, Tradizione e Devozione a Siena

Ieri a Siena si è svolta la tradizionale benedizione del Palio, con il corteo dei Ceri e dei Censi, autorità, Contrade e popolo, culminato con l'omaggio alla Vergine Assunta e la benedizione alla città. Un momento di devozione misto a gesti scaramantici.

Con i bambini fra i protagonisti, oltre al drappellone e al popolo senese, si è svolto ieri pomeriggio il corteo dei Ceri e dei Censi. La tradizione si rinnova e si inserisce nei festeggiamenti in cui esplode l’antico senso della devozione alla Madonna, dalla città definita Civitas Virginis, a cui è dedicata la Carriera di domani.

Il corteo è partito dalla chiesa di San Giorgio per concludersi in Cattedrale, con l’omaggio alla Vergine Assunta e la benedizione alla città, con il drappellone issato in un pilastro del Duomo, dove resterà esposto fino a domani mattina. Sono momenti solenni che ricongiungono il Palio di oggi alle sue origini più autentiche e sentite.

Chiara la derivazione per agosto dell’antico corteo ’dei ceri e dei censi’ che vedeva nella Siena del Duecento protagonisti tutti i senesi di sesso maschile che offrivano un cero all’Assunta. Una sfilata di Contrade, autorità e popolo che si sono chiuse con il drappellone.

La benedizione del Palio mette insieme, ancora una volta, i sentimenti religiosi con lo spirito più laico della Festa. I momenti del cerimoniale sono splendidamente contaminati da gesti scaramantici: il drappellone entra al Duomo accompagnato dai fazzoletti delle Contrade che cercano di ’toccarlo’, le bandiere si alzano al suo passare, come se nessuno volesse abbandonarsi al destino e provasse a cercare di essere il ’medium’ dei propri colori.

Attimi che assomigliano a quelli che precedevano una battaglia o ai terribili giorni in cui la città era sottoposta ai bombardamenti, mettendosi ancora una volta sotto la protezione del Cielo.

Ma.Bi.