LAURA VALDESI
Cronaca

Condannato per violenza sessuale, sentenza ribaltata in appello: "E’ innocente"

"Assolto perchè il fatto non sussiste". De Mossi: "Valorizzati elementi probatori"

La sentenza della corte di appello ha ribaltato il verdetto di primo grado

Siena, 2 novembre 2023 – L’alcol, tanto. Avevano bevuto molto. Poi c’era stata una violenza sessuale su due ragazzine, ancora minorenni. E per questo i giovani amici senesi erano finiti nei guai venendo condannati. Uno, proprietario dell’abitazione teatro della violenza, ha patteggiato nel 2019: due anni, pena sospesa. Con risarcimento alle parti e l’effettuazione di un percorso di giustizia riparativa importante. L’amico era stato condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni il 10 luglio 2020. Il giudice Ilaria Cornetti aveva escluso il concorso di reati con l’altro giovanissimo protagonista di quella serata sfuggita di mano.

Nel caso di quest’ultimo la violenza sarebbe stata su entrambe le amiche, in quello del ragazzo difeso dall’avvocato Luigi De Mossi su una soltanto. Che quella sera aveva bevuto tantissimo, fino ad annientare la consapevolezza delle azioni, secondo la ricostruzione della procura. Il giovane aveva presentato appello contro la condanna a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni ed il verdetto è stato ribaltato: assolto "perché il fatto non sussiste". Dunque con formula ampia. Fra 90 giorni le motivazioni e solo allora si capirà se la vicenda arriverà in Cassazione. Un caso che aveva peraltro scatenato la contestazione contro De Mossi.

Come si ricorderà, anche durante la prima riunione in Comune del tavolo di genere che riuniva le associazioni al femminile cittadine nell’ottobre 2018, al centro del dibattito era finita l’attività professionale del primo cittadino. Da parte di molte sotto accusa il suo ruolo di difensore di un giovane accusato di violenza. Ruolo incompatibile, si diceva, con quello di un sindaco che dovrebbe rapportarsi con un organismo che prende iniziative a sostegno di vittime di abusi. "Ricordo a tutti che c’è la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio", aveva replicato all’epoca a La Nazione.

"Sono stati valorizzati una serie di elementi, oltre ad un’integrazione probatoria ottenendo che fosse ascoltata a porte chiuse una nuova testimone", osserva l’avvocato De Mossi. "C’è stato grande equilibrio da parte del collegio di appello (presieduto da Francesco Bagnai, ndr) . Quando vengono riletti tutti gli aspetti processuali legati ad una vicenda giudiziaria a volte si possono fare considerazioni un po’ meno immediate", conclude.

"Abbiamo insistito con convinzione per la condanna. Prendiamo atto della sentenza, ovviamente leggeremo le motivazioni e valuteremo il da farsi", commenta l’avvocato Claudia Bini che assisteva la ragazzina, ora maggiorenne e parte offesa. "In generale, al di là di questo caso specifico, che presentava degli elementi più particolari, va riaffermato con forza che l’articolo 609 bis del Codice penale punisce chi abusa delle condizioni di inferiorità fisica o psichica di una persona per avere con questa rapporti sessuali, anche se la persona si è messa da sola nelle condizioni di inferiorità. Commette comunque violenza sessuale. L’esortazione è dunque alla massima attenzione e al massimo rispetto soprattutto nell’ambito della sfera sessuale", sottolinea ancora l’avvocato Bini.