
Limiti alle attività di somministrazione. L’assessore Giunti: "Tutelare la città"
Stop alle aperture indiscriminate nel centro storico, regole di decoro più stringenti e incentivi mirati. Come anticipato da La Nazione, la variazione al ‘Regolamento per la tutela del patrimonio culturale e delle attività del centro storico e del territorio comunale’ è un passo decisivo verso una più puntuale gestione della pianificazione commerciale, soprattutto nel centro storico. "Il nostro obiettivo è la tutela del patrimonio culturale – ha detto l’assessore al Commercio Vanna Giunti –. Un regolamento atteso soprattutto dagli operatori, che a più riprese hanno chiesto interventi, alla luce dell’evoluzione economica, sociale e ambientale della città, del Paese, ma anche di un sistema di consumo che cambia con grande rapidità trasformando anche in modo significativo modalità e comportamenti di cittadini, visitatori e turisti".
Il nuovo testo si divide in sei titoli, di cui il primo è un aggiornamento del precedente regolamento mentre gli altri sono nuovi. Importanti limitazioni riguardano la Zona 1, cioè il centro storico: "È incompatibile – si legge nel regolamento – l’apertura di nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande, l’avvio di attività commerciali o artigianali di preparazione e vendita prevalente di alimenti idonei a essere immediatamente consumati, l’apertura di attività alimentari con superficie inferiore a 40 mq a eccezione di attività che vendano prodotti di filiera corta del territorio toscano o certificati di alta qualità, e l’apertura di money change, phone center, lavanderie a gettone, internet point e money transfer". In particolare, questa disciplina viene estesa a via Pantaneto, via di San Pietro, parte di via dei Rossi e Camollia. Ci sono poi il tema della valorizzazione dei locali sfitti, le disposizioni per il mantenimento del decoro e la sicurezza, la concessione di benefici a nuove attività che si insediano in centro, il tema delle botteghe artigiane e degli esercizi storici. L’opposizione si è astenuta. Lla capogruppo Pd Anna Ferretti spiega: "Si tratta tutto sommato di un primo passo, ma non basta. Ci asteniamo per via della partecipazione delle categorie e dei sindacati, che so essere stati realmente ascoltati. Ma bisogna stare attenti a fare le cose velocemente, perché vanno fatte con attenzione". Concorde Alessandro Masi: "A Siena un concetto fondamentale deve essere il sostanziale carattere pubblico della città storica. Il ragionamento sul Piano Strutturale deve coinvolgere per tempo il Consiglio e i cittadini. Siena oggi non può più sbagliare strategia".
Eleonora Rosi