
L'intervento della polizia (Foto di repertorio)
Siena, 14 maggio 2025 – Il padre non aveva presentato querela nei confronti del figlio. Anche se lo aveva ferito, usando addirittura un coltello. Il legame di sangue troppo forte per puntare il dito contro gli eccessi di quel ragazzo che aveva ecceduto con l’alcol. Non si era neppure presentato in aula la scorsa udienza, tanto che il giudice Simone Spina ne aveva disposto l’accompagnamento coatto. Doveva presentarsi per forza e testimoniare, ricostruendo cosa era accaduto nel marzo 2024 a Siena quando furono chiamate le forze dell’ordine. E nell’appartamento trovarono l’uomo. Era ferito.
Il padre del giovane ieri mattina era in tribunale per l’ultima udienza del processo che vedeva il figlio imputato per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Era stato sentito a sommarie informazioni dagli agenti per cui, pur non avendo presentato querela, non poteva tirarsi indietro dal ripetere quanto già detto. Il giovane, che venne poi arrestato, lo aveva colpito al volto e ad una mano, probabilmente frapposta per difendersi. Sul pavimento c’erano anche vetri infranti. C’era stata una discussione. E anche nei confronti degli agenti il ragazzo si era mostrato aggressivo. Li aveva offesi, intimando loro di andarsene. Aveva dato un pugno a un poliziotto e, una volta al pronto soccorso dove gli erano state tolte le manette, c’erano stati spintoni e una colluttazione, avevano riferito gli agenti testimoniando in aula.
Dopo aver ascoltato il testimone e le conclusioni di accusa e difesa – l’imputato era assistito dall’avvocato Emiliano Bianchi – il giudice Spina si è ritirato per la sentenza. Due anni la pena. Il difensore ha già annunciato appello.