Città da bambini per i pediatri. Anziani, è dura

Il Sole 24 Ore presenta la classifica sulla qualità della vita divisa per generazioni al Festival di Trento. La città perde posizioni per i bambini ma guadagna per i giovani. La cura degli anziani registra una flessione. Bisogna migliorare per risalire.

Con le classifiche bisogna sempre andarci con i piedi di piombo. Nè esaltarsi, né deprimersi ma prendere atto dei confronti con le altre città e province e vedere cosa si può migliorare per risalire qualche posizione. Stavolta tocca alla qualità della vita divisa per generazioni, stilata da Il Sole 24 Ore e presentata al Festival di Trento. L’anno scorso era al top della classifica per la qualità della vita dei bambini e nella parte bassa per giovani e anziani. Quest’anno, alla perdita di posizioni nella graduatoria baby (nono posto solo grazie ai pediatri), si contrappone un guadagno per le giovani generazioni (chissà perché dalle nostre parti ci si sposa di più) e una flessione per la cura e il benessere delle teste grigie. Non siamo più una città per bambini, non siamo ancora un paese per vecchi.