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Centrale idroelettrica, che scontro: "Non è finita qui, la lotta inizia ora"

Cristiano Bianchi, assessore alle cultura di Colle, è tutt’altro che rassegnato nonostante la sentenza

Centrale idroelettrica, che scontro: "Non è finita qui, la lotta inizia ora"

Centrale idroelettrica, che scontro: "Non è finita qui, la lotta inizia ora"

"Non è finita qui. La lotta inizia ora". Hanno il tono barricadero di chi a rassegnarsi non ci pensa nemmeno, le parole dell’assessore alla cultura di Colle, Cristiano Bianchi, all’indomani della sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sul progetto di centrale idroelettrica a La Ferriera. "Il ‘tubone’ non si deve fare semplicemente perché non si può fare e non ha senso farlo – afferma lanciando l’hashtag ‘Non una goccia di meno’ – Non è solo l’enorme valore naturalistico e storico che andrebbe distrutto. Il Parco Fluviale, economicamente, vale oggi, in termini di sviluppo turistico della nostra città, molto ma molto di più dell’energia che produrrebbe il tubone. Insieme alla Francigena, il Parco ha innescato una forte economica turistica dove non c’era mai stata e che non ci possiamo permettere di interrompere!". Poi offre l’alternativa: "Si può produrre energia dal fiume anche senza togliere acqua al parco e senza intaccare le Gore: si può fare, al posto del tubone, una centrale accanto alla steccaia di San Marziale, nella proprietà ex Maccari oggi del Comune, che renda immediatamente l’acqua al parco: avrebbe meno potenza, ma salverebbe il parco, le Gore e il futuro del turismo a Colle". E al comitato civico Elsa Viva che lamenta che "era il 2021 quando si chiedeva di misurare la portata dell’acqua all’altezza di San Marziale, per avere una perizia utile da spendere per la causa, e di mettere un vincolo diretto per meglio tutelare le Gore da ogni tipo di manomissione. Nessuna delle due cose fu fatta né, tantomeno, ci fu la cortesia di rispondere e il tempo c’era", risponde che "Il comitato ha fatto tanto per il fiume e se c’è ancora anche solo una piccola possibilità, non possiamo non provarci. Una volta fatto il punto su cosa ha funzionato e cosa no, dobbiamo riuscire, adesso, ad unire di nuovo le forze, cercando la sinergia che a volte, purtroppo, è mancata in passato. L’obiettivo è comune, associazioni, forze politiche, amministrazione… non è vero che si tratta di ‘una piccola minoranza di cittadini’ come è stato dichiarato di recente e dobbiamo dimostrarlo". Un alleato nell’ultima battaglia possibile contro il tubone è, di sicuro, Italia Nostra di Siena, la cui presidente, Laura Comi, ribadisce che l’associazione "continuerà ad attivarsi per evitare che un simile danno possa essere perpetrato, cercando, al contrario, di conciliare le giuste esigenze di sfruttamento idraulico con la salvaguardia del patrimonio storico, naturalistico e ambientale della città".

Alessandro Vannetti