Laura Valdesi
Cronaca

"Santo Spirito, celle bollenti come forni. Dormiamo sul pavimento"

Alcuni carcerati di Santo Spirito hanno scritto una lettera a La Nazione . A fare visita al carcere anche il presidente del tribunale di sorveglianza Bortolato.

L’ingresso della casa circondariale Santo Spirito a Siena

L’ingresso della casa circondariale Santo Spirito a Siena

Siena, 15 agosto 2024 – "Siamo i detenuti del carcere di Siena e scriviamo in giorni di grande tensione segnati dall’ombra dei suicidi che hanno scosso il sistema carcerario italiano. Mentre leggete queste righe, forse in un bar climatizzato, noi viviamo una realtà ben diversa". Inizia così la lettera ricevuta da La Nazione da alcuni detenuti che è uno spaccato della situazione ’bollente’ anche a Santo Spirito. "Il sole picchia implacabile sulle mura di ferro e pietra delle celle, trasformandole in forni. Per chi sta sotto il tetto la situazione è ancora peggiore. L’aria è densa, irrespirabile. Dormiamo sul pavimento, cercando invano un po’ di fresco. I bagni angusti rendono la convivenza un’impresa titanica. C’è solo un lavandino e un water in cella e le docce sono a turno e secondo un orario prestabilito. Il sudore ci incolla giorno e notte e materassi consunti", raccontano. "In questo contesto di sofferenze estrema in cui gli operatori mostrano grande comprensione e umanità nonostante le oggettive difficoltà abbiamo avuto l’onore di ricevere la visita del presidente del tribunale di sorveglianza Marcello Bortolato. La sua presenza – spiegano – è stata un gesto di straordinaria umanità. Ha camminato tra le nostre celle, ha visto con i suoi occhi le nostre condizioni e ascoltato le nostre storie". Vogliono "che la società sappia che dietro queste mura non ci sono numeri ma esseri umani". Svelano che "l’umanità che ci ha raggiunti attraverso gli occhi del presidente, le sue parole e i suoi gesti, la percepiamo anche negli operatori del carcere. Con una ponderata flessibilità nell’applicazione delle regole ci concedono piccoli momenti di normalità: cinque minuti in più di aria fresca, la possibilità di mangiare in un corridoio o all’aperto. Gesti che ci fanno sentire persone". Concludono dicendo che "l’impegno del presidente di designare un magistrato di sorveglianza a Siena al quale compete valutare il nostro percorso di revisione critica – è per noi motivo di conforto e speranza. Significa che le nostre storie non si perderanno nel vuoto burocratico. Siamo consapevoli dei nostri errori e stiamo pagando il nostro debito. Ma chiediamo di non essere privati della dignità, del diritto a condizioni di vita decenti, della possibilità di riscatto. In carcere può finire anche chi ruba perché non ha nulla".